FERMO - Il viaggio dei terremotati dell’entroterra maceratese è simile a un pellegrinaggio: di tappa in tappa, di calda speranza in forte bruciatura, da un...
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Assegnati alle strutture della costa e, da qui, in 644 costretti entro il 15 maggio a ripartire per lasciare posto ai turisti e all’imminente stagione estiva, per loro l’attesa del rientro a casa è una vera odissea. Tra speranze incrollabili ed eloquenti alzate di spalle, però, per 45 terremotati di Visso, Camerino e Pievebovigliana l’ennesima tappa del viaggio verso casa è l’hotel Charly di Lido di Fermo e ha i tratti di tutta la disponibilità e la solidarietà della sua direttrice, la giovane Conney Punzi. Tutti nuclei familiari di quattro o cinque membri che, qui, hanno trovato la possibilità di rimanere fino a quando sarà necessario. E una camera messa a disposizione per loro prima ancora di avere il voucher di uscita dalle strutture in cui avevano trovato alloggio. «Non è nulla di eccezionale” - sottolinea Conney che, con i nuovi arrivi, ha occupato tutti i 140 posti letto disponibili nella sua struttura -. È solo un tentativo di restituire ai terremotati un po’ di serenità. Trattati come persone e non come cifre di un evento eccezionale». Si riferisce certo a lei quando, salutando i nuovi arrivati nella serata di benvenuto con musica e animazione organizzata sabato, il sindaco Paolo Calcinaro si professa orgoglioso dell’accoglienza e della sensibilità dimostrata dagli alberghi del Fermano: «Conney Punzi non è che un tramite tra il nostro territorio, le nostre istituzioni e i terremotati del Maceratese. Cerchiamo di esserci e ci siamo». Nella sala scoppiano gli applausi e, per una sera almeno, un sorriso colora i visi dei 140 del Charly. «Grazie sindaco per essere qui con noi e grazie a Conney per l’accoglienza!», esordisce una delle sfollate del tavolo di Camerino. Poco più in là, siedono Emanuele Barlotti e Genny Tavoloni, giovane coppia di Camerino. Sono arrivati al Charly sabato, direttamente dal camping Le Mimose di Porto Sant’Elpidio. Il rientro a casa, per loro, è un’ipotesi tanto desiderata quanto lontana. E allora, per il momento, il loro unico desiderio è almeno di vivere questa attesa in serenità. È questa la tranquillità che Conney sogna per i suoi ospiti: quella fatta di semplici gesti e di una vicinanza autentica, che la rendono una di famiglia. «I terremotati hanno bisogno solo di questo: di un’accoglienza sincera e di nuovi ponti e legami affettivi in grado di vincere il senso di abbandono e smarrimento», testimonia Pierpaolo Nastasia, psicologo.
«Le comunità dell’entroterra maceratese sono forti e riusciranno a rispondere con forza», assicura Sandro Luciani, primo cittadino di Pievebovigliana. Era presente anche lui sabato sera, per infondere forza e coraggio ai suoi concittadini. E affidarli a un Fermano che, all’emergenza sisma, risponde con solidarietà. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico