Fermo, alla sbarra banda di pusher presi per la "soffiata" di una mamma

Fermo, alla sbarra banda di pusher presi per la "soffiata" di una mamma
FERMO-  Cinque richieste di patteggiamento, sette di rito abbreviato, uno ancora latitante e una posizione stralciata per effetto di una eccezione di nullità sollevata...

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FERMO-  Cinque richieste di patteggiamento, sette di rito abbreviato, uno ancora latitante e una posizione stralciata per effetto di una eccezione di nullità sollevata dall’avvocato Alessandro Ciarrocchi nei confronti della sua assistita. E’ l’esito dell’udienza preliminare che si è svolta ieri mattina al tribunale di Fermo per i 15 imputati finiti nella rete dell’operazione “Due mari” che nel novembre scorso portò all’arresto di 12 persone con i carabinieri che sequestrarono mezzo chilo di eroina e cocaina sgominando quella che è ritenuta dagli inquirenti una banda dedita al traffico di droga tra Bologna, Napoli, Caserta e il Fermano.

Presenti molti avvocati tra cui De Minicis, Giordani, Monaldi, Bartolini, Restuccia, Marziali. Il giudice ha rinviato a novembre per decidere sulle richieste dei difensori degli imputati alcuni dei quali sono in carcere. L’indagine era partita dalla denuncia di una madre che si è rivolta ai carabinieri che svelarono i rifornimenti di droga tra Bologna, Napoli e Caserta.
Gli stupefacenti ingoiati o inseriti nel retto per sfuggire ai controlli e per non farsi scoprire i pusher all’ingrosso prendevano i normali pullman di linea per Roma e Napoli. I primi passi dell’inchiesta risalgono all’estate di due anni fa, quando una madre disperata, con la famiglia ridotta sul lastrico per le continue spese del figlio, si è rivolta ai carabinieri della stazione di Porto Sant’Elpidio. Nella rete finirono quattro italiani, fra cui due donne, e otto nordafricani. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico