Nome a sorpresa, è Grinta il nuovo direttore della sanità locale. Bocciate le richieste per un fermano

Nome a sorpresa, è Grinta il nuovo direttore della sanità locale. Bocciate le richieste per un fermano
FERMO -  Il nome che il Fermano non s’aspettava è arrivato ieri pomeriggio. Quello di Roberto Grinta, il nuovo direttore dell’Area vasta 4. A due mesi...

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FERMO -  Il nome che il Fermano non s’aspettava è arrivato ieri pomeriggio. Quello di Roberto Grinta, il nuovo direttore dell’Area vasta 4. A due mesi e mezzo dalle dimissioni di Licio Livini, la giunta regionale ha sciolto le riserve. Ma non senza qualche mal di pancia che potrebbe lasciare strascichi. Il direttore della farmacia ospedaliera di Jesi, alla fine ha convinto Filippo Saltamartini.

 

L’assessore alla Sanità l’ha preferito a Giuseppe Ciarrocchi e a Maria Rita Mazzoccanti, gli altri due nomi della terna selezionata dalla direttrice dell’Asur regionale (ha anche guidato ad interim il Fermano in queste ultime settimane), Nadia Storti (nella foto), tra i 54 che avevano risposto all’avviso pubblico. Alla fine, né la direttrice dell’Organizzazione dei servizi sanitari di base dell’Area vasta 3 né il direttore del Dipartimento di prevenzione e coordinatore delle vaccinazioni dell’Area vasta 4, quella fermana, l’ha spuntata.

Fanese, 58 anni compiuti da poco, lo scorso 12 giugno, Grinta è laureato in Farmacia, con specializzazione in Farmacia ospedaliera. È direttore del Dipartimento dei Servizi dell’Area vasta 2 dei reparti di Patologia clinica, Radiologia, Centro trasfusionale, Farmacie, Citologia e Banca degli occhi. È anche professore a contratto. Ha insegnato diritto, economia e management delle aziende sanitarie alla Lum di Bari e al corso di perfezionamento universitario per la Direzione sanitaria e ospedaliera dell’Università di Camerino. Ha all’attivo 39 pubblicazioni su riviste cliniche nazionali e internazionali ed è componente del comitato di redazione di “Mondo sanitario”. Negli ultimi cinque anni ha raggiunto tutti gli obiettivi economici e finanziari definiti dal Nucleo di valutazione dell’Asur Marche.

Una decisione, quella presa ieri dalla giunta regionale, arrivata dopo una lunga fase di stallo. Effetto di un accordo sfumato e del testa a testa tra lo stesso Ciarrocchi e Alberto Carelli, quest’ultimo già direttore dell’Area vasta che copre la provincia di Fermo dal 2014 al 2015, ora a capo della Direzione amministrativa territoriale dell’Av 3. Il primo era sponsorizzato da Fratelli d’Italia, che perorava la causa di un direttore del Fermano perché più vicino ai problemi del territorio. Il secondo da una parte della Lega e da Forza Italia. Quando è stato chiaro che l’accordo non sarebbe arrivato, il nome di Carelli è stato messo da parte, mentre quello di Ciarrocchi ha fatto un salto in avanti. Poi, qualcosa s’è arenato.


La Lega avrebbe fatto muro contro Ciarrocchi e il partito di Giorgia Meloni sarebbe rimasto da solo a sponsorizzare l’ex assessore di Porto Sant’Elpidio. È spuntato allora il nome di Grinta, che era nella terna finale e sul quale Saltamartini ha messo il sigillo. Confermando con i fatti quello che da tempo andava ripetendo a parole. E cioè che il nuovo direttore non avrebbe dovuto per forza essere uno del posto. Che, invece, era quello che il Fermano avrebbe voluto. Che ha chiesto a voce bassissima e che non ha ottenuto. Parecchie le questioni spinose che aspettano Grinta in via Zeppilli. Dalll’ospedale Murri a corto di personale e posti letto al nuovo ospedale, passando per quello di Amandola e per la Medicina ancora al palo. Per l’emodinamica, il robot chirurgico e gli ospedali territoriali, «scatoloni mezzi vuoti», come li chiama qualcuno. Poi c’è tutto il discorso del Covid. La campagna vaccinale che va avanti alla giornata. Le terze dosi da somministrare in autunno. La variante Delta che aleggia minacciosa sull’estate con il Fermano che ottiene l’infausto primato dei primi casi segnalati nelle Marche. Sicuramente tanta carne al fuoco, che il nuovo direttore dovrà cercare di non far bruciare.

 

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Corriere Adriatico