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FERMO - Il nome che non t’aspetti è uscito fuori un paio di giorni fa. Quello di Mauro Ferranti, candidato unico alle elezioni provinciali del 18 dicembre. Il sindaco civico di Montappone ha messo d’accordo tutti: una convergenza trasversale che va dal Pd a Fratelli d’Italia, passando per Lega, Forza Italia e Udc.
A sponsorizzarlo, il collega di Servigliano, Marco Rotoni, che ha fatto un passo indietro, assieme al sindaco di Monte Vidon Combatte, Gaetano Massucci, dato dal Pd per candidato del centrosinistra. È ancora un po’ frastornato, Ferranti.
La risposta del Pd con Massucci ha, però, sparigliato le carte. Il centrodestra ha ripreso a corteggiare Paolo Calcinaro e la sua maggioranza bulgara. Per dire sì, il sindaco di Fermo ha chiesto di essere il candidato di una lista unica. Non se n’è fatto niente perché, per alcuni colleghi, essere sindaco del Comune capoluogo, presidente della Conferenza dei sindaci e vicepresidente dell’Anci Marche era già abbastanza. Lo stallo s’è rotto quando, s’è trovata la quadra su Ferranti, «la figura istituzionale ideale per ricoprire l’importante incarico alla guida della Provincia di Fermo». «Una scelta – si legge in una nota congiunta – che supera le convenienze di parte, unisce le diverse anime e aggrega gli attori per un rilancio territoriale e che apre le porte a tutti coloro che vogliono condividere il progetto di forte rilancio». Sessantuno anni, da otto sindaco di Montappone, Ferranti si dice «felicemente preoccupato». «Non ho una formazione politica di partito. Le ossa me le sono fatte sul campo: una ginnastica continua. La politica, per me, sono le persone. È l’economia, la salute, il servizio. Poi, è normale e giusto che ci siano i partiti, ma prima vengono le persone», spiega.
Se gli chiedi perché è stato scelto lui, ti risponde che il suo «valore aggiunto è la disponibilità a dare il massimo, senza guardare l’orologio» e che un po’ ce l’ha per carattere e un po’ l’ha imparato facendo il sindaco. «Fino ad ora la mia famiglia era di 1.600 persone. Adesso è di 170mila», chiosa, parlando già da presidente.
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Corriere Adriatico