Fermo, anche ragazzine al lavoro sulle strade a luci rosse della costa

La polizia controlla una giovane prostituta
FERMO -  Nella lotta a prostituzione le forze dell’ordine devono fare i conti con un fenomeno camaleontico, che cambia faccia in velocità, con uno sfruttamento...

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FERMO -  Nella lotta a prostituzione le forze dell’ordine devono fare i conti con un fenomeno camaleontico, che cambia faccia in velocità, con uno sfruttamento che punta sempre di più sulle giovanissime e strade del sesso trafficate 24 ore al giorno. E’ sempre più facile imbattersi in ragazze che dimostrano meno di 18 anni alle 8.30 di mattina all’estremo sud di via Milano. Le giovani lucciole, nere o ragazzine bianche che siano, bazzicano di là e di qua del ponte tra Porto Sant’Elpidio e Lido Tre Archi. Sono ragazzine che sembrano uscite dai manifesti di spot pubblicitari e finite per caso in strada, a vendersi per due soldi. In tempi di crisi cambia il mercato del sesso e il problema su strada si acuisce. Un problema sentito a Porto Sant’Elpidio, dove non a caso c’è la più longeva Commissione per le Pari Opportunità, attiva dal 2002. La presidente Antonella Orazietti è una donna-poliziotto e sa di cosa parla quando affronta l’argomento. «C’è una forte esigenza di attenzione nei confronti di questo tipo di problematiche - dice Orazietti – il fatto stesso che esista una Commissione da 14 anni ne è la prova».

Il tema scottante viene affrontato dalle commissarie alle Pari opportunità e si capisce che c’è tanto da discutere attorno a un argomento non facile da trattare, tenendo conto anche dell’attuale normativa che persegue il reclutamento, il favoreggiamento, lo sfruttamento, ma non l’esercizio in sé. «Constatiamo che il fenomeno rappresenta un forte elemento di degrado sociale e conseguente esasperazione dei residenti, con rischio di derive di intolleranza e conflittualità sociale»« dice Orazietti, che parla di due tipi di vittime: «Cittadini e prostitute».
In merito a queste ultime, sempre più di frequente si vedono in giro minorenni sulle quali lucra una ben solida struttura criminale e tutto un indotto legato ai proprietari d’immobili. 

 «Considerato che si tratta di un fenomeno ormai strutturato – sottolinea la presidente Orazietti - credo occorra una task-force che intervenga su più fronti in modo sinergico e coordinato, promuovendo interventi in campo educativo per ridurre la domanda, in campo culturale per ridurre l’offerta, in campo investigativo e giudiziario per perseguire incisivamente i reati connessi, in campo politico e sociale per sensibilizzare, in campo sanitario per ridurre i rischi alla salute».
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Corriere Adriatico