Fermo, processo sui lotti di Casabianca Per un vizio esce di scena il Comune

Fermo, processo sui lotti di Casabianca Per un vizio esce di scena il Comune
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FERMO - Si procede spediti verso la conclusione del processo scaturito dall’inchiesta condotta dalla Procura di Fermo sui lotti di Casabianca. Ieri si è svolta un’udienza che ha segnato un punto molto importante e che ha di fatto visto uscire di scena il Comune di Fermo che era stato citato civilmente dalla Coop Adriatica per rispondere eventualmente in solido con alcuni degli imputati, in particolare con l’ex assessore all’urbanistica Paolo Rossi e l’ex dirigente all’urbanistica Gianluca Rongoni, all’epoca dei fatti rappresentanti dell’ente pubblico.

L’avvocato Stefano Chiodini, ingaggiato proprio dal Comune di Fermo, ha eccepito la presenza di un vizio procedurale nella richiesta presentata dalla Cooperativa Adriatica. L’eccezione è stata accolta dal collegio penale che ha quindi estromesso la parte civile della Cooperativa e il Comune stesso. 

Tutte le parti hanno concordato sull’acquisizione integrale degli atti della Procura, rinunciando ad ascoltare tutti i testimoni. Una presa di posizione ferma e decisa da parte della difesa che vuole in questa maniera ribadire l’innocenza degli imputati e l’infondatezza delle accuse. Al termine dell’udienza il presidente del collegio penale Ugo Vitali Rosati ha fissato per la discussione e la successiva sentenza le udienze del 10 maggio 2017 e del 24 maggio 2017. 
 
Gli otto imputati (l’ex assessore all’urbanistica del Comune di Fermo Paolo Rossi, il commercialista fermano Pierino Postacchini, il dirigente del settore urbanistica del comune di Fermo Gian Luca Rongoni, l’avvocato del foro di Fermo Maurizio Minnucci, il mediatore sambenedettese Pasquale Ferrari , l’ex consigliere comunale Andrea Morroni e dell’esponente del Pd Renato Leoni e Mauro Donzelli) sono accusati di tentata concussione in concorso tra loro, mentre solo per Postacchini e Morroni la Procura ipotizza anche il reato di corruzione. L’indagine condotta personalmente dal Procuratore della Repubblica Domenica Seccia riguarda l’ipotesi dell’esistenza di uno scambio di favori tra “gentiluomini” per ottenere benefici dalla compravendita delle aree del litorale fermano dove da anni campeggiano le gru. 


L’accusa principale per tutti e otto gli indagati è di aver tentato di costringere Mario Marchionni, nella qualità di rappresentante della Cosmo Spa, i rappresentanti della Toredil Srl nonché le signore Alessandra e Federica Catasta e la loro madre Giovanna Romanelli, titolari dell’area progetto 40, a cedere le aree di loro proprietà. Si sarebbe trattato, secondo la ricostruzione della Procura, di un affare milionario. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico