Fermo: finanzieri alla sbarra per peculato e concussione, chiesti 13 anni di carcere

Il tribunale di Fermo
FERMO - L’accusa è pesante, concussione e peculato, soprattutto perchè rivolta a tre uomini in divisa. È approdato alle battute finali con la...

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FERMO - L’accusa è pesante, concussione e peculato, soprattutto perchè rivolta a tre uomini in divisa. È approdato alle battute finali con la requisitoria del pm Andrea Piscitelli, il processo che vede alla sbarra tre militari della Guardia di Finanza di Fermo, accusati di otto capi di imputazione, (otto per uno dei tre e uno in concorso con gli altri due imputati), tra i quali figurano il reato di peculato e concussione. Secondo l’accusa i tre finanzieri si sono appropriati della merce contraffatta sequestrata ad alcuni vu cumprà durante alcuni controlli contro l’abusivismo. 

Davanti al collegio penale del Tribunale di Fermo, dopo circa un’ora e mezza di requisitoria, il pm Piscitelli ha chiesto il proscioglimento degli imputati per sei degli otto capi di imputazione, restando invece in piedi i due reati più gravi, la concussione e il peculato. Il pm ha quindi formulato le sue richieste: sei anni di reclusione per L. T., difeso dall’avvocato Frrancesca Palma, 4 anni per M.P. e tre anni di reclusione per A.S. entrambi difesi dall’avvocato Francesco De Minicis. 
Subito dopo la requisitoria del pm ha preso la parola l’avvocato De Minicis che ha parlato per oltre un’ora ma a questo punto l’udienza è stata sospesa a mercoledì 15 novembre quando ci sarà l’arringa dell’avvocato Palma e a seguire la sentenza. I fatti oggetto d’indagine sono quelli a cavallo tra il 2013 e il 2014. La storia ha avuto origine dalla segnalazione di alcuni senegalesi che avrebbero riferito agli inquirenti di aver visto un maresciallo delle Fiamme Gialle indossare i capi di abbigliamento e le calzature che aveva loro sequestrato nelle operazioni condotte per contrastate l’abusivismo. 

I racconti dettagliati dei vu cumprà hanno insospettito la Guardia di Finanza di Fermo, che in seguito decise di indagare sulla vicenda. Le versioni fornite dai venditori abusivi combaciavano, tutti avrebbero notato che il maresciallo indossava capi e calzature griffate sequestrate il giorno prima. Le informazioni raccolte hanno poi successivamente condotto il Gip ad emettere nei confronti del maresciallo un’ordinanza di custodia cautelare e a segnalare alla giustizia altri due militari del corpo come presunti complici. Tutti e tre sono stati sospesi dal servizio. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico