FERMO - Sono oramai dieci giorni che l'annuncio giace lì, sulla home page del sito internet della Prefettura, eppure nessuno o pochi l'hanno notato. Difficile immaginare...
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La nota ufficiale rimbalza su www.prefettura.it e parla chiaro: è stato aperto un bando per la conclusione di un accordo quadro con più operatori per l'aggiudicazione del "Servizio di prima accoglienza ai cittadini stranieri extracomunitari richiedenti la protezione internazionale" nel territorio provinciale. Potranno concorrere alla gara associazioni, organismi del privato sociale o operatori economici che hanno comprovata esperienza in ambito Sprar o nella gestione dell'emergenza Nord Africa. La modalità di selezione è molto facile: l'aggiudicazione sarà effettuata tramite "criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa" (si parte da 35 euro pro capite a scendere) per un importo complessivo del servizio che, scadendo in data 31 dicembre 2015, sfiorerebbe i tre milioni di euro. Tradotto: di extracomunitari ne arriveranno ancora a centinaia, trascorreranno l'estate nella nostra provincia e peseranno non poco sulle casse pubbliche.
Senza considerare il fatto che nei dintorni di Fermo trovano alloggio già tanti aspiranti rifugiati i quali, da mesi, sono in attesa di regolarizzare le proprie posizioni sperando che la burocrazia lumaca cambi marcia. "La Prefettura ha necessità di accogliere circa 350 cittadini extracomunitari, da dividere in una o più strutture che siano in grado di accogliere fino a un massimo di 80 unità - si legge nel regolamento del bando -. Il singolo concorrente, indipendentemente delle strutture messe a disposizione, non potrà accogliere più di 160 cittadini".
Ciò significa che dovrebbero essere almeno cinque i complessi strutturali in cui gli stranieri potranno trovare ospitalità. Che siano alberghi dell'entroterra, magari, ora che la bella stagione è alle porte e sulla costa (si spera) arriveranno per l'estate molti turisti per trascorrere in santa pace le tanto bramate vacanze. Un altro tassello, dunque, s'aggiunge ad un puzzle infuocato. Soltanto quindici giorni or sono l'opinione pubblica locale si era surriscaldata per il noto "sabato nero" di Campiglione, quando proprio un africano del progetto Sprar aveva perso il lume della ragione distruggendo varie auto e negozi tra via Conventati e via De Dominicis. Ed ora questa notizia, che sicuramente non mancherà di far parlare. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico