Polizia locale, negati i contributi. Esplode la rabbia: «Covid, anche noi in prima linea»

Polizia locale, negati i contributi. Esplode la rabbia: «Covid, anche noi in prima linea»
FERMO  - Covid, se ne parla meno ma l’emergenza resta. E con essa il dibattito. Nel coro di voci quella dell’Anvu, l’Associazione della polizia locale...

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FERMO  - Covid, se ne parla meno ma l’emergenza resta. E con essa il dibattito. Nel coro di voci quella dell’Anvu, l’Associazione della polizia locale d’Italia che lancia il proprio grido d’allarme.

 

 

«Il ministero dell’Interno si è dimenticato delle famiglie dei colleghi venuti a mancare durante la pandemia», afferma il vice ispettore Anna Maria Del Papa, portavoce provinciale della categoria, in forza all’organico di Fermo, che, raccogliendo il tema lanciato dalla presidente, Silvana Paci, e sostenuto dallo sportello marchigiano guidato da Anna Grasso, illustra i risvolti di legge: «Sono vittime abbandonate anche economicamente, escluse cioè come beneficiarie del decreto che invece riserva ai congiunti contributi straordinari. I familiari degli addetti di polizia locale morti per contagio in servizio non si aspettavano di sentir chiamati eroi i loro familiari, come avvenuto per i sanitari, ma di avere un riconoscimento concreto, al pari di quanto successo per carabinieri, polizia di stato, guardia di finanza e penitenziaria». In tutta Italia sono stati 31 gli agenti deceduti, nelle Marche si registra la perdita, lo scorso gennaio, del vice ispettore Manuel Panico, in organico a Falconara.


La Del Papa incalza quindi con un interrogativo. «Come spieghiamo a un figlio, magari persino minore, di un collega morto per contagio che la vita del padre vale meno di quella del papà di un suo amico poliziotto o carabiniere?. Le eventuali somme che potrebbero essere previste in chiave correttiva della norma non faranno di certo tornare in vita chi è deceduto. La polizia locale continuerà, purtroppo, a piangere i colleghi caduti per aver contratto il virus in servizio. Come Anvu, però, chiediamo con forza al ministero degli Interni e delle Finanze di lanciare almeno un segnale concreto. Un piccolo contributo finanziario riservato ai familiari di questi nostri colleghi per alleviare le indubbie difficoltà economiche che i loro coniugi, i figli, i genitori e fratelli si troveranno inevitabilmente ad affrontare nel quotidiano».

 

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Corriere Adriatico