Fermo, parte il processo sul caso Verde Mare, l'appello di Chiesa

Fermo, parte il processo sul caso Verde Mare, l'appello di Chiesa
FERMO - È impaziente il proprietario del Verde Mare, il primo camping fondato a Marina Palmense, nell’ormai lontano 1973, in vista della data di domani, quando...

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FERMO - È impaziente il proprietario del Verde Mare, il primo camping fondato a Marina Palmense, nell’ormai lontano 1973, in vista della data di domani, quando avrà luogo la prima udienza in tribunale dopo il sequestro del villaggio turistico. Non ci sarà dibattito, servirà solo a stabilire la calendarizzazione delle prossime udienze. Indipendentemente dal verdetto, quello che Chiesa auspica è non perdere la stagione 2018.


«Bisogna tenere conto - dice - dei danni alla collettività, agli operai; solo lo Stato perde un milione all’anno di tasse. Quest’anno si è riusciti a tamponare la situazione, collocando gli stagionali un po’ in un campeggio, un po’ in un altro nelle varie zone; li abbiamo sistemati anche perché hanno un attaccamento notevole, non solo al Verde Mare, ma anche all’intero territorio. Se non si risolvesse la vicenda per l’anno prossimo, sarebbe un disastro: gli stagionali non resisteranno, se ne andranno via. Saranno 400 famiglie in meno per tutto il territorio, 180mila presenze che vanno di nuovo in fumo».

Non è finita qui: pare che durante la scorsa stagione siano circa 300 le famiglie di stagionali che abbiano lasciato i campeggi del Fermano, prevalentemente quelli in possesso di roulotte, questa secondo Chiesa sarebbe «una vera e propria fuga definitiva. Pertanto i proprietari dei campeggi non hanno più rinnovato il contratto per il 2018, gli stagionali sono stati costretti a portar via tutto, sono andati in altri posti, dove sono maggiormente garantiti. I campeggiatori sono nomadi per eccellenza, ma conoscono e amano il territorio, c’era una grande fidelizzazione»

Quello che auspica Chiesa è che nella calendarizzazione delle udienze il tribunale tenga conto dei tempi necessari per limitare i problemi, almeno togliendo il sequestro: «Noi attenderemo tutte le fasi del processo - dichiara -; se alla fine il verdetto sarà di colpevolezza pagheremo, però almeno tolgano il sequestro, che è un caso anomalo. Se siamo colpevoli paghiamo, però, a questo punto, chiude tutta Italia. Per questo sono ansioso di poter andare al dibattito a dire la mia: per me sarà facile smontare le accuse costruite con le immagini realizzate dall’alto e trasmesse in tv: in quei fotogrammi non vi è solo il Verde Mare». Chiesa ha già preparato le 8 autorizzazioni paesaggistiche, dall’apertura a oggi, fatte per modifiche e ampliamenti, l’ultima risale al 2016. Tutto servirà ai fini del processo, anche per dimostrare l’amovibilità delle strutture che, come Chiesa asserisce, sono «facili da portare via, non sono fisse al suolo e facilmente smontabili».


Ma oggi, alla vigilia della prima udienza, qual è il suo stato d’animo? «Il mio stato d’animo? Sono deluso. Alla fine della mia vita - chiosa - non mi aspettavo questo. L’accusa di reato è arrivata dopo anni e anni di attività, rispetto delle leggi e dopo aver portato nel Fermano migliaia di turisti, ad esempio, dalla Repubblica Ceca: rapporti che con l’estero che sono ancora validi e danno ancora i loro frutti», facendo riferimento ai rapporti Erasmus tra Fermo, Repubblica Ceca e Ungheria.
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Corriere Adriatico