A Fermo pronto soccorso in affanno e pochi medici, il caso in Regione: «Adesso più aiuti al Murri»

A Fermo pronto soccorso in affanno e pochi medici, il caso in Regione: «Adesso più aiuti al Murri»
FERMO - Tempi lunghi per le visite e personale insufficiente, qualcosa si muove. I malanni della sanità fermana finiscono all’attenzione della Regione con un atto che...

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FERMO - Tempi lunghi per le visite e personale insufficiente, qualcosa si muove. I malanni della sanità fermana finiscono all’attenzione della Regione con un atto che prende in esame le criticità emerse negli ultimi mesi e che impegna il presidente Francesco Acquaroli e la giunta a predisporre una strategia per migliorare l’organizzazione e «adottare - come si legge nella nota sul caso - tutti i provvedimenti che si rendano necessari».

 

I protagonisti


La risoluzione è stata approvata all’unanimità in consiglio regionale ed è stata condivisa in una precedente seduta dai consiglieri fermani Fabrizio Cesetti (Pd), Marco Marinangeli (Lega), Andrea Putzu (FdI) e Jessica Marcozzi (Fi). Quindi è stata riproposta in aula incontrando il parere favorevole di tutti i gruppi in fase di votazione. In sostanza l’atto ha preso le mosse da una mozione e un’interrogazione proposte dallo stesso Cesetti e da un altro atto presentato del gruppo consiliare della Lega. La risoluzione impegna governatore e giunta anche a risolvere la carenza del personale nell’ex Area vasta fermana con buchi che riguardano sia i medici che gli infermieri e gli operatori sanitari.


Il decreto


Problemi di cui si parla da tanto: il vecchio Murri di Fermo è l’unica struttura specialistica con caratteristiche di primo livello (lo certifica un decreto ministeriale del 2015) e ha tutte le carte in regola affinché siano garantite per il futuro le prestazioni e le cure, programmate e di urgenza, necessarie ai cittadini. Acquaroli viene impegnato ad adottare «ogni e qualsiasi misura per risolvere le problematiche delle liste di attesa e a garantire, comunque, a tutti i cittadini l’erogazione di prestazioni sanitarie adeguate, tempestive e di qualità, nonché la sicurezza nell’assistenza ai malati». Per ora sono parole ma il fatto che tutti i consiglieri abbiano votato l’atto certifica come la questione non possa essere dimenticata in un cassetto. Si parla anche di interventi straordinari per colmare le carenze nei settori nevralgici, in particolare al pronto soccorso e nella medicina territoriale. Fra i problemi emersi a cavallo della pandemia e nel periodo successivo c’è la carenza dei medici di famiglia, molto sentita soprattutto nelle zone interne. Tanti sanitari vanno in pensione e spesso, anziché pensare a sostituirli, si allarga a dismisura il numero dei mutuati per i medici in attività. 


I servizi


L’impegno della Regione arriva a pochi giorni dal doppio taglio del nastro, sempre al Murri, per due nuovi servizi, e soprattutto dall’annuncio, atteso da anni, che dal 1° marzo Fermo avrà l’Emodinamica. Le inaugurazioni hanno riguardato il nuovo reparto di Cardiologia e la Tac Revolution, in funzione da inizio 2023 alla Radiodiagnostica. Ad ufficializzare il disco verde per l’Emodinamica era stato il vicepresidente e assessore alla Sanità Filippo Saltamartini. «Faremo anche i concorsi - aveva anticipato nell’occasione - che servono per il potenziamento del personale. Nel Fermano la Regione sta investendo risorse ingenti e continuerà a farlo».

La sanità territoriale, con il passaggio alle nuove aziende, è in mano all’ex presidente dell’Area vasta e ora commissario straordinario dell’Ast Fermo Roberto Grinta, affiancato nei giorni scorsi dai due subcommissari Giuseppe Ciarrocchi (per l’area sanitaria) e Simone Aquilanti (per quella amministrativa). Già gli ultimi numeri, aveva rimarcato Grinta, inducono all’ottimismo, visto che nel 2022 si sono ridotti i tempi di degenza ed è aumentata la complessità degli interventi. Ma serve un ulteriore passo in avanti.

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Corriere Adriatico