FERMO - Madre e figlia sono finite alla sbarra con l'accusa di omicidio colposo per violazione delle norme di sicurezza sul luogo di lavoro. U.B e la figlia G.C avevano...
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L'uomo un giorno, mentre si trovava intento a svolgere le sue ordinarie mansioni, cade da una scala, riportando serie lesioni che, in breve tempo lo conducono alla morte. Ieri durante l'udienza sono stati ascoltati i testi del pubblico ministero, la moglie della vittima, il figlio e i carabinieri che sono intervenuti subito dopo il fatto.
La donna ha raccontato al giudice che il marito, dopo la pensione, si recava tutti i giorni a casa della nipote e su indicazione della sorella di lui svolgeva, lavoretti di manutenzione.
"Si occupava del giardino, dava da mangiare agli animali - riferisce la donna al giudice- Quel giorno, quando mi hanno chiamato i medici, mio marito era già morto. Mi hanno detto che era caduto e aveva riportato una serie di fratture gravi, tra cui un trauma cranico. Quello che è successo ci ha sconvolto la vita. Io sono rimasta sola, senza lavoro, con un figlio di 16 anni".
Pare che l'uomo, lavorasse senza un regolare contratto, e che proprio qualche giorno prima del fatto, avesse deciso di abbandonare il lavoro perché, troppo faticoso e non sufficientemente, a parer suo, retribuito. Al termine dell'udienza il giudice ha rinviato il processo a marzo del prossimo anno per ascoltare i testi della difesa e chiudere l'istruttoria, dato che il fatto risale al 2005 e potrebbe andare in prescrizione. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico