I calzaturieri fermani alla campagna di Russia, ma il rublo debole li frena. Ecco i commenti degli imprenditori

I calzaturieri fermani alla campagna di Russia, ma il rublo debole li frena. Ecco i commenti degli imprenditori
FERMO - Il rublo tiene lontani i compratori dall’Obuv. Oggi ultimo giorno a Mosca dove da martedì 17 è in corso la fiera delle calzature, pelletteria e...

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FERMO - Il rublo tiene lontani i compratori dall’Obuv. Oggi ultimo giorno a Mosca dove da martedì 17 è in corso la fiera delle calzature, pelletteria e prodotti in pelle. La quotazione del rublo (circa 100 rubli per 1 euro) sta tenendo fuori dagli stand i buyer locali.

 


Il sentimento

Gli espositori registrano visite solo da parte di clienti storici e con ordini ridotti. Il sentiment degli espositori è piuttosto sommesso. Ieri non è stata una giornata positiva. E l’ultima giornata, quella odierna, è storicamente la peggiore di ogni appuntamento fieristico. Al di là di qualche visita a sorpresa che gli espositori si augurano. «Si lavora, ma non tantissimo. Sinceramente mi aspettavo più clienti. Probabilmente la quotazione del rublo tiene lontani i compratori» esordisce Gianfranco Butteri, presente a Mosca con il suo marchio e con Lab Milano. La svalutazione della moneta russa nei confronti dell’euro influisce anche sugli ordini ricevuti, che sono ridotti rispetto al consueto. I buyer ordinano il minimo indispensabile, per mostrare novità in vetrina e magari avere qualche paio best seller di cui non possono fare a meno. «La Russia sta affrontando molti problemi e tutto può incidere sull’andamento di Obuv. Anche il fatto che gli espositori di questa fiera sono diminuiti, e di conseguenza si è ridotta l’offerta, non attira i buyer» afferma l’imprenditore fermano. Anche Fabrizio Grassi, ceo del marchio Aldo Bruè di Monte San Pietrangeli, è d’accordo con l’analisi del collega: «Non c’è molta gente. Stanno arrivando solo i clienti storici e conosciuti che ordinano meno».

La linea

Sulla stessa linea il commento di Marino Fabiani: «Colpa del rublo e della instabilità della situazione generale. Le prospettive non sono rosee». Le oscillazioni del mercato russo sono sempre più frequenti. Da mercato in crisi, a segni positivi perché le griffe lo hanno abbandonato. Fino ad una ricaduta a causa del rublo. Ormai è evidente che chi esporta in Russia, deve tenere conto, e affrontare, anche alcune dinamiche indipendenti dal mercato calzaturiero».

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Corriere Adriatico