Fermo, museo polare Zavatti Rilancio in centro e nuova direttrice

Fermo, museo polare Zavatti Rilancio in centro e nuova direttrice
FERMO - Nuovo direttore, nuova sede e un accordo con l’Università Politecnica delle Marche: per il Museo polare di Fermo il 2018 sarà ricco di novità....

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FERMO - Nuovo direttore, nuova sede e un accordo con l’Università Politecnica delle Marche: per il Museo polare di Fermo il 2018 sarà ricco di novità. Chiuso dalla fine dell’anno scorso per il terremoto, il museo, unico nel suo genere in Italia, sarà trasferito a Palazzo Paccarone, dove pian piano riprenderanno forma i musei scientifici prima ospitati a Villa Vitali. Un trasloco in programma per la fine di quest’anno, che slitta di qualche mese per dar modo al nuovo direttore di tornare da una spedizione in Antartide.


Importanti novità, si diceva, presentate ieri nel corso di una conferenza stampa. «È una grande soddisfazione – ha esordito l’assessore alla cultura Francesco Trasatti – presentare questo accordo con l’Università Politecnica delle Marche che entra come partner nella gestione del Museo polare. Dopo un’interlocuzione lunga e laboriosa è stata raggiunta l’intesa con l’associazione Amici del museo polare. Si tratta di un passo fondamentale nella direzione di valorizzazione dell’istituto e di una sua maggiore presenza all’interno dell’assetto museale ed espositivo della città».


A dirigere il museo fondato da Silvio Zavatti sarà Silvia Illuminati, ricercatrice del Dipartimento di scienze della vita e dell’ambiente dell’Università marchigiana, che avrà il compito di valorizzarne le potenzialità. «Il museo – ha detto – è una realtà estremamente importante per il Fermano e per le Marche perché è l’unico che tratta tematiche polari e soprattutto gli usi e le tradizioni del popolo artico». La neodirettrice ha poi ricordato di essere venuta a conoscenza delle imprese di Zavatti proprio in Antartide, quando l’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, stava cercando un posto dove stabilire una base, e per farlo aveva utilizzato le carte realizzate da Zavatti durante le sue spedizioni. Quanto al suo ruolo a capo del museo ha preannunciato un cambio di rotta: «La precedente direttrice – ha spiegato – ha lavorato sull’internazionalizzazione, facendolo conoscere all’estero. Da parte mia, cercherò di estenderne la conoscenza sul territorio e portarlo nelle scuole, che già si stanno prenotando per visitarlo». La collaborazione per il Museo polare è solo l’ultimo di una serie di tasselli che vedono la città e l’Università Politecnica delle Marche sempre più legate. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico