FERMO Lo scenario desolante della domenica mattina, da qualche settimana a questa parte, è sempre lo stesso. Sdraio sparpagliate per la spiaggia, ombrelloni sficcati e...
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I residenti non ne possono più. Invocano il pugno di ferro, multe pesanti e nessuna pietà per chi, oltre ai loro sonni, rovina il buon nome del posto dove vivono. I controlli sono aumentati. Le forze dell’ordine si fanno vedere, ma non basta. La movida molesta continua ad avere la meglio. Loira ha fatto anche appello ai commercianti. «Non vendete alcolici ai minorenni», s’è raccomandato. Ma, poi, c’è sempre quello che, per mettere in cassa qualche euro in più, se ne infischia. E, comunque, a riempirsi lo stomaco di alcol, i ragazzini ci pensano da soli. Arrivano sulla costa già “carichi”. Bottiglie e fiaschi vuoti abbandonati per le strade sono le prove che possono fare a meno dei cocktail degli chalet. Solo che tanti non sono abituati ad alzare il gomito. Allora vanno su di giri, e basta una parola per creare un parapiglia. Poi dalle parole si passa alle mani, dalla spiaggia al lungomare. E, in pochi metri, si lasciano dietro una scia di danni e sporcizia. Ogni weekend la stessa storia. «Capisco la preoccupazione dei balneari – dice Loira –, perciò mi sono fatto tramite con il prefetto. Va trovata una soluzione, ma loro dovranno fare la loro parte. Noi siamo pronti a dare sostegno economico e logistico, perché la sicurezza del lungomare e della spiaggia è nell’interesse della città». All’incontro ci saranno la referente di Confcommercio Marche Centrali, Maria Teresa Scriboni, e il presidente dei balneari di Porto San Giorgio e Fermo, Carlo Iommi. «Hanno iniziato con insulti e spinte, poi sono passati alle risse violente con i coltelli. Non vorrei che, prima di risolvere il problema, ci scappi il morto», dice quest’ultimo.
Iommi si fa portavoce della preoccupazione dei colleghi, che sono le stesse da quando è finita la quarantena e la modiva violenta è esplosa con ferocia . Sotto la lente ci sono le spiagge, in teoria off limits dalle undici di sera alle sei di mattina. «Non fai in tempo a sanificare e rimettere tutto in ordine – dice – che dobbiamo ricominciare da capo. Rompono tutto quello che trovano. La situazione è completamente fuori controllo». Al prefetto, i balneari chiederanno più controlli. «Non tanto volanti che fanno avanti e indietro – precisa Iommi –, quanto pattugliamenti a tappeto, a piedi. Anche nelle viette interne, dove i giovani si nascondono quando vedono le pattuglie passare. È l’unico modo per distoglierli dalla movida violenta e per risolvere questo problema che si trascina da troppo tempo».
Intanto loro – prosegue il presidente dei balneari – si stanno organizzando con la vigilanza privata delle spiagge. Se ne parla da anni, ma finora, a parte qualche chalet che ha fatto da sé, il progetto è sempre rimasto sulla carta. «Il fatto è che è costoso e il Comune dice di non avere i soldi e di poter collaborare solo in minima parte. Così, anche se colpiti da questi atti di vandalismo, non tutti se la sentono di sostenere la spesa. Quest’anno, al mare c’è meno gente. I costi per la sanificazione e le messe a norma dei protocolli di sicurezza sono onerosi. Non tutti saranno in grado di affrontare questo ulteriore costo». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico