«Storia gloriosa offuscata da due momenti difficili». Fermo celebra i 169 anni del Montani

«Storia gloriosa offuscata da due momenti difficili». Fermo celebra i 169 anni del Montani
FERMO - Giovedì prossimo ricorre il 169° anniversario della fondazione dell’Iti Montani e, nel ricordarne la gloriosa storia, l’associazione ex allievi...

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FERMO - Giovedì prossimo ricorre il 169° anniversario della fondazione dell’Iti Montani e, nel ricordarne la gloriosa storia, l’associazione ex allievi Montani, nella persona del presidente Carlo Labbrozzi, evidenza alcune criticità. Parla di «due eventi deleteri, che ne hanno rallentato e forse offuscato l’immagine e la capacità innovativa». 


Il passaggio


Il primo è il passaggio, negli anni ‘90, della proprietà al settore pubblico, alla provincia di Ascoli Piceno prima e a quella di Fermo poi. «Con la conseguente perdita di autonomia – precisa – la scuola fu privata dell’ultracentenario consiglio di amministrazione. La mancanza di autonomia limitò anche il poter continuare a investire in laboratori dotati delle più moderne tecnologie». L’avanguardia nella tecnica e nella formazione è sempre stata un’eccellenza e, se da un lato gli studenti ancora oggi continuano a distinguersi, dall’altro la scuola prosegue ancora con diverse iniziative, facendo rete con aziende e offrendo spunti e occasioni di esperienze concrete, come il viaggio fatto di recente in Puglia, dove gli studenti del corso trasporti e logistica hanno potuto visitare l’aeroporto militare di Amendola. 


Il crollo


L’altra criticità, in questo caso più recente, è stata quella del sisma del 2016. «Con il conseguente crollo di parte del tetto nel 2018 – prosegue il presidente dell’associazione ex allievi – fortunatamente non in orario scolastico. Sono passati cinque anni e da allora ben poco è stato fatto, soprattutto lentamente, cantieri a intermittenza, lavori iniziati, interrotti, e poi ripresi. Le storiche officine ormai fatiscenti e in uno stato di abbandono non rendono giustizia a una storia straordinaria, ai tanti ex allievi ed ex insegnanti, ma in particolare agli allievi e insegnanti di oggi che hanno il diritto di poter continuare a essere protagonisti e attori del loro presente e futuro. Aver a disposizione quello spazio nel centro di Fermo oggi sarebbe di un’utilità inimmaginabile». A onor di cronaca poco più di un anno fa sono stati presentati i nuovi laboratori, all’avanguardia, ma per Labbrozzi averli fatti lontano dalla sede storica non è da considerarsi definitivo. 


Lo sforzo


«Certamente apprezzabile lo sforzo – dice – per aver realizzato queste strutture in tempi brevi, moderne, sicure, e che permettono lo svolgimento delle lezioni. Ma non può essere definitivo: il fatto che siano lontano dalla sede storica ne rappresenta uno smembramento penalizzante. Gli ex allievi di oggi pensano e dicono al sindaco, alla provincia di Fermo, alla Regione Marche: “fate presto se non volete scrivere una triste pagina di storia”». Storia, quella del Montani, iniziata 169 anni fa, quando il cardinale di Fermo, Filippo De Angelis, inaugurava l’Opera Pia Montani. Era il primo atto dell’esecuzione delle volontà testamentarie di Girolamo e Margherita Montani che, ricorda Labbrozzi, «con un cospicuo lascito di beni mobili e immobili volevano dare un futuro ai fanciulli più poveri accogliendoli in uno spazio educativo e principalmente creare un luogo di lavoro fiduciosi di poter sollevare le loro sorti attraverso il lavoro e l’istruzione». 


L’esordio


Poi nel 1861 la proprietà passò dalla Curia al Comune e l’allora sindaco Giuseppe Ignazio Trevisani fu incaricato di promuovere la cultura tecnica e dei mestieri. Era l’inizio della gloriosa storia dell’istituto, per il cui centenario, nell’ottobre del 1955, arrivò anche l’allora Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi. Fino all’inaugurazione del museo Miti, museo dell’Innovazione e della Tecnica industriale.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico