Fermo, il lusso non tira come prima Ciccola lancia gli Stati generali

Fermo, il lusso non tira come prima Ciccola lancia gli Stati generali
PORTO SAN GIORGIO - Tra difficoltà e opportunità, in cerca di rilancio. Arriva il Micam (da domenica a mercoledì a Milano-Rho), la fiera calzaturiera...

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PORTO SAN GIORGIO - Tra difficoltà e opportunità, in cerca di rilancio. Arriva il Micam (da domenica a mercoledì a Milano-Rho), la fiera calzaturiera più importante al mondo e la scarpa marchigiana vorrebbe tornare a correre. Saranno circa 220 le imprese marchigiane presenti di cui 139 provenienti da Fermo (nel 2011 erano 209) che esporranno le collezioni destinate alla prossima stagione invernale.


Il crollo della Russia, un mercato domestico ormai inesistente e i grandi e repentini cambiamenti delle modalità di acquisto hanno provocato delle criticà all’interno del settore. «Negli Stati Uniti stavamo recuperando delle posizioni, poi l’export si è fermato e ora stiamo a vedere cosa succederà con Trump», ha detto il presidente della Camera di Commercio di Fermo Graziano Di Battista che ha organizzato la conferenza stampa di presentazione dell’appuntamento fieristico milanese. «Gli imprenditori stanno compiendo sforzi ormai da dieci anni e oggi non ce la fanno più», denuncia Nazzareno Di Chiara, presidente dell’azienda speciale Fermo Promuove. Tra le difficoltà che incontrano gli imprenditori, Di Chiara elenca l’accesso al credito e le condizioni praticate dagli istituti bancari, la ipertassazione in caso di mancato pagamento dei contributi, le difficoltà ad accedere alla cassa integrazione fino ai «risvolti negativi che gli eventuali accorpamenti delle Camere di Commercio porteranno, specie nella prima fase. Chi farà promozione?». Enrico Ciccola, della Romit di Montegranaro, alla sua prima uscita pubblica come presidente della sezione calzatura di Confindustria Fermo, è categorico: «Se vanno via i marchi del lusso, è finita!». Ciccola ha colto l’occasione per tornare alla sua discussa elezione alla presidenza dei calzaturieri fermani: «Non avevo intenzione di impegnarmi ma poi, spinto da alcuni imprenditori, ho capito che se non lo avessi fatto in questa occasione non lo avrei più fatto. Ho accettato per le sensibilità personali che penso di avere». Ciccola ha ricordato anche il ruolo delle imprese conto terziste che non partecipano al Micam ma sono importanti nella filiera produttiva locale.


Poi ha illustrato i suoi due obiettivi prioritari: lo sblocco della legge europea sull’etichettatura obbligatoria, («una situazione inaccettabile!») e la costituzione degli Stati Generali della calzatura, «un tavolo di discussione a cadenza semestrale per sapere quanti siamo, dove vogliamo andare e quali soluzioni adottare». Sul made in ha annunciato: «A breve partirà un progetto per sviluppare l’argomento e che vedrà la collaborazione delle Università». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico