Macabro rinvenimento vicino alla riva del mare: dovrebbe avere sui 30 anni, tante cose ancora da capire

Macabro rinvenimento vicino alla riva del mare: dovrebbe avere sui 30 anni, tante cose ancora da capire
FERMO  - Quando alcuni passanti hanno notato quel corpo statico, mosso solo dalle onde del mare, il suo cuore si era già fermato da tempo. I mezzi di soccorso arrivati...

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FERMO  - Quando alcuni passanti hanno notato quel corpo statico, mosso solo dalle onde del mare, il suo cuore si era già fermato da tempo. I mezzi di soccorso arrivati sul posto hanno potuto solo accertarne il decesso. Il macabro rinvenimento ieri mattina, sulla costa di Marina Palmense, a poche centinaia di metri dalla foce del fiume Ete vivo, nel territorio di Fermo. Poco distante dalla riva, è stato notato un corpo che galleggiava e e si è lanciato l’allarme al 118 ed alle forze dell’ordine. 

 
L’allarme
Sul posto sono intervenuti i carabinieri del Radiomobile di Fermo, insieme ai colleghi della stazione di Porto San Giorgio. Sul litorale fermano anche una pattuglia della guardia costiera di Porto San Giorgio, i sanitari della Croce verde Valdaso con l’automedica partita da Porto San Giorgio. Il medico ed i militi sono tornati indietro poco più tardi, a sirene spente. Il corpo rinvenuto era già morto, sicuramente da ore, forse da più tempo. Non aveva con sé documenti utili ad un’immediata identificazione.

Gli approfondimenti dei militari hanno portato, poco più tardi, ad identificarlo con un cittadino di origini egiziane, di età presunta intorno ai 30 anni, regolarmente residente in Italia, di cui si erano perse le tracce da qualche giorno. Indossava una maglia ed un paio di jeans, non si esclude che avesse addosso anche altri indumenti, che potrebbero essere stati strappati via dalle onde, vista la prolungata esposizione alle correnti marine. 


La ricostruzione
Ogni ricostruzione sulla fine prematura del giovane è al momento prematura. Sul corpo dell’uomo, ad un primo esame, non sono stati riscontrati segni evidenti di violenza, ma solo un’ispezione più approfondita sulla salma potrà chiarire ogni dubbio. 


L’autopsia


L’uomo si è gettato volontariamente in acqua, con l’intento di compiere un gesto di autolesionismo? Si è trattato di un malore mentre passeggiava sulla battigia ed è stato poi risucchiato dalle onde? O si profila la responsabilità di qualche soggetto esterno? Una risposta certa a questi interrogativi si potrà trovare nei prossimi giorni. La salma è a disposizione della Procura della Repubblica di Fermo, che dovrà valutare se disporre accertamenti sul cadavere dell’uomo con un’autopsia.

 

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Corriere Adriatico