«Addio Mancio», la città in lutto per il medico più amato. Era stato anche primario di Ortopedia

Fermo, «Addio Mancio», la città in lutto per il medico più amato. Era stato anche primario di Ortopedia
FERMO - Si terranno stamattina alle 11 nella chiesa di San Giuseppe Artigiano, a Marina Palmense, i funerali di Gianfranco Mancini, il medico ortopedico del Murri, morto ieri...

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FERMO - Si terranno stamattina alle 11 nella chiesa di San Giuseppe Artigiano, a Marina Palmense, i funerali di Gianfranco Mancini, il medico ortopedico del Murri, morto ieri notte dopo una lunga malattia. Aveva 65 anni ed era originario di Lapedona. Da qualche giorno era ricoverato nel reparto di Rianimazione di Fermo. Lascia la moglie e due figlie. Professionista stimato e benvoluto, la notizia della sua morte ha gettato la città e la provincia nello sconforto.

 

Sui social si sono moltiplicati i messaggi di cordoglio e di vicinanza alla famiglia. Di Mancini, che era anche stato primario facente funzione del reparto di Ortopedia del Murri, i colleghi ricordano la competenza, la professionalità e la disponibilità. I pazienti, il temperamento mite e la pacatezza.

Il dolore

«È una grandissima perdita per la sanità fermana. Un personaggio del Murri, per la grande umanità che lo contraddistingueva e per le risapute doti professionali, apprezzate dai tantissimi pazienti che ha seguito in questi anni», il commento del direttore dell’Area vasta 4, Licio Livini. Era anche docente della facoltà di Infermieristica di Fermo. «Ciao prof, grazie per essere stato il mio relatore. Grazie per le belle parole che hai speso per me il giorno della laurea. Grazie per essere venuto lì alle 8 perché non sapevi come funzionava nonostante la mia discussione era alle 14. Grazie per avermi invitato a casa per portarti la tesi. Grazie per quelle giornate in Oncologia, dove tu eri paziente e io provavo a curarti. Grazie per aver reso quel giorno ancora più speciale. Buon viaggio prof, che la terra ti sia lieve», il post pubblicato sui social da un ex studente. «Un grande. Un amico, semplicemente un amico con cui fare quattro risate. Disponibile, umile, generoso e cordiale. Per la nostra famiglia resterà sempre uno di noi», il ricordo di un amico. «Un maestro paziente per me, bravissimo, eppure umile. L’ospedale Murri perde tanto», le parole di una collega di “Mancio”, come tutti, in ospedale, chiamavano Mancini. Che, nonostante la lunga malattia, non aveva mai perso il sorriso. Lo stesso che tutti quelli che gli hanno voluto bene ricorderanno per sempre.

 

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Corriere Adriatico