Fermo, scacco al super boss dello spaccio di Lido Tre Archi: finiscono sotto sequestro casa, moto e conti correnti

FERMO - Per la prima volta i boss della droga nella zona costiera si vedono attaccare il patrimonio. Questa la principale novità delle ultime misure messe in campo...

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FERMO - Per la prima volta i boss della droga nella zona costiera si vedono attaccare il patrimonio. Questa la principale novità delle ultime misure messe in campo dalla divisione anticrimine della Questura guidata da Luigi Di Clemente che ha sequestrato un appartamento, due conti correnti e una moto ad un nordafricano pluripregiudicato, residente a Lido Tre Archi. Per le forze dell’ordine, è lui il capo di un’organizzazione dedita allo spaccio di stupefacenti, che si sta contendendo il territorio con un altro gruppo. A coadiuvare i poliziotti fermani nel blitz contro la Magreb Connection è la Guardia di finanza di Ascoli.

 

 

La strategia

La misura, analoga a quelle prese per la lotta contro la mafia, è stata eseguita martedì, su decreto del tribunale distrettuale di Ancona. Consistente lo spiegamento di mezzi arrivati sulla costa fermana: sono intervenuti 6 dipendenti della divisione anticrimine, 4 della mobile, 6 poliziotti del reparto prevenzione crimine di Perugia e 6 finanzieri del nucleo polizia economica e finanziaria di Ascoli, altri due militari della fiamme gialle fermane ed un cane antidroga. Di supporto anche un equipaggio dei vigili del fuoco. Nell’abitazione su cui sono stati apposti i sigilli, le forze dell’ordine hanno trovato, insieme ad un cane di grossa taglia, due soggetti, che soggiornavano lì senza titolo, uno dei due aveva a carico un Daspo.

I protagonisti

Si tratta del risultato di prolungate indagini nei confronti di un magrebino, residente da anni a Fermo, coinvolto in una serie di indagini antidroga, come le operazioni Spada e Tifone, condotte dalle Fiamme gialle, che hanno portato a smantellare due sodalizi criminali. Per la prima volta, la Questura va ad aggredire il patrimonio della criminalità, frutto dei proventi di attività illecite. Il magrebino sarebbe stato coadiuvato dai parenti della sua convivente, anche lei con svariati precedenti penali e attualmente in carcere. Ci è voluto oltre un anno di lavoro, con accertamenti anche all’estero per risalire ad alcuni beni. La lotta ai patrimoni illeciti è una delle attività più incisive di contrasto all’illegalità come sottolinea il dirigente dell’Anticrimine alla Questura fermana, Francesco Costantini.

Il commento

«Quello eseguito in questa occasione è il primo provvedimento patrimoniale in provincia di Fermo da parte della Questura – ha spiegato ieri mattina –. Un forte segnale a chi delinque, perché spesso, in questi ambienti, il sequestro dei beni è temuto più del carcere. Dalla detenzione prima o poi si esce, mentre un patrimonio confiscato è perso per sempre. Ecco perché aggredire i proventi di attività illecite è una delle misure che più preoccupano chi compie atti criminosi. Da anni raccogliamo il grido di dolore dei residenti del quartiere di Lido Tre Archi, una zona abitata in maggioranza da persone perbene, che chiedono di riavere la dignità che la zona merita. Purtroppo negli anni l’area si è riempita di soggetti dediti ad attività delinquenziali».

Gli scenari

Il quartiere è infatti da anni al centro delle attenzioni da parte delle forze dell’ordine e in quest’ultimo periodo le gang si sono concentrate sullo spaccio di droga. I capi della banda hanno qui il loro quartier generale mentre lo spaccio si propagherebbe nelle città vicine. Allarme in tal senso anche nella vicina Porto Sant’Elpidio, monitorata con la massima attenzione dagli inquirenti. In particolare a Tre Archi «riteniamo siano due i gruppi - conclude Costantini facendo il punto sul fenomeno e sulla guerra fra bande che ha portato a episodi criminosi - a contendersi la piazza dello spaccio. Nel giro di poche settimane abbiamo colpito i leader di entrambi, uno con misure di prevenzione personale ed uno, ora con questo sequestro».

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Corriere Adriatico