Fermo, la Lipu in pressing sul Comune «Area naturalistica da salvaguardare»

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FERMO - «No ai cani da caccia in un’area...

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FERMO - «No ai cani da caccia in un’area naturalistica»: è l’appello della Lipu per Marina Palmense visto che sembra tornare alla ribalta «della cronaca - scrive l’associazione - la pretesa di associazioni cinofile di invadere l’area naturalistica con campi di addestramento dei loro cani. La Lipu chiede all’amministrazione comunale di non cedere a quelle richieste e di non concedere l’utilizzo di quell’area per quello scopo, perché questo comprometterebbe in maniera irreparabile l’identità e le possibilità di valorizzazione naturalistica di una zona in cui la Lipu e gli amanti della natura hanno già osservato circa novanta specie di avifauna protetta, o stanziale o di passo, e un elenco in tal senso è già stato consegnato da tempo all’amministrazione, che lo ha anche utilizzato per l’elaborazione e la promozione del Piano di spiaggia. Quella zona è infatti uno dei pochissimi varchi a mare della linea di costa del nostro territorio, cioè uno dei pochissimi punti in cui la collina può dialogare con il mare dal punto di vista biologico, ricostruendo o mantenendo quelle che vengono chiamate le reti ecologiche, salvaguardia di biodiversità e di ricchezza ambientale. Anche per questo motivo affermare o solo pensare che quell’area sia in stato di abbandono è segno di miopia e limitatezza culturale. Ed è proprio per questi motivi che la Lipu – quando il Comune decise di richiedere il riconoscimento di Zona Sic per l’area del Fratino di Casabianca – chiese che anche quest’area di Marina Palmense venisse riconosciuta come Sic (Sito di interesse comunitario), per la grande varietà di specie animali che vi si possono osservare. Perché se è vero che Casabianca è un punto in cui il Fratino trova il suo habitat giusto per la nidificazione, è anche vero che a Marina Palmense sono decine e decine le specie animali che possono fare, e fanno, la stessa cosa. Essendo una delle poche aree verdi rimaste lungo la costa marchigiana, che è una delle più cementificate d’Italia, riveste una fondamentale importanza nelle fasi di migrazione degli uccelli: l’area è una zona di protezione della fauna ai sensi della Legge 157/92. A riprova di questo - sottolinea la Lipu - ricordiamo che esistono già due studi delle università di Pescara e di Venezia - che fra l’altro sono già stati illustrati all’amministrazione comunale - che mostrano e dimostrano come quella zona di altissimo valore naturalistico può e deve diventare anche un’area di potenziamento dell’afflusso turistico non collegato alla sola stagione estiva, ma distribuito su tutto l’anno».
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Corriere Adriatico