Incassavano contributi dei tesserati: tre denunciati per truffa aggravata

Incassavano contributi dei tesserati: tre denunciati per truffa aggravata
FERMO -  Incassavano i ristori Covid ma ai tesserati non arrivava nemmeno un euro. Tre componenti di una polisportiva dell’entroterra fermano sono stati denunciati per...

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FERMO -  Incassavano i ristori Covid ma ai tesserati non arrivava nemmeno un euro. Tre componenti di una polisportiva dell’entroterra fermano sono stati denunciati per falsità materiale e truffa aggravata per avere percepito illecitamente oltre 250mila euro di indennità, in gran parte spettanti ai giovani sportivi tesserati. A scoprirli la Guardia di Finanza di Fermo.


 


Il decreto “Cura Italia” del 2020 ha previsto e una serie di contributi statali e tra i settori colpiti dalla pandemia, rientrava quello dello sport. I centri e gli impianti sportivi sono stati infatti tra i primi ad essere colpiti dall’introduzione delle restrizioni sanitarie. Per scongiurare il collasso dell’intero settore lo Stato, ha introdotto un contributo quale indennità per tutti i collaboratori sportivi. Come si è arrivati alle denunce? I finanzieri hanno rilevato anomalie sui cassetti fiscali di diversi giovani associati a un’importante associazione sportiva dilettantistica del Fermano, nei quali risultava presente una certificazione unica emessa nei loro confronti dalla Sport e Salute S.p.A, riguardante l’erogazione di una somma riconducibile al contributo di 250mila euro mai richiesto né percepito. 


Il meccanismo


Gli accertamenti eseguiti hanno scoperto che l’associazione dilettantistica avrebbe presentato l’istanza per l’accesso al beneficio in nome e per conto di 55 collaboratori sportivi, totalmente inconsapevoli. I militari del gruppo di Fermo, dopo aver acquisito ed esaminato tutta la documentazione presentata per l’ottenimento del beneficio, hanno convocato numerosi ragazzi destinatari del contributo statale, i quali hanno completamente disconosciuto sia le firme apposte, sia il modello e il contenuto dell’istanza. Gli stessi hanno inoltre confermato di non aver mai richiesto né percepito alcun compenso o rimborso. Le dichiarazioni sono state comprovate dal fatto che, tra la documentazione acquisita, vi fossero anche diverse deleghe all’incasso, anch’esse falsificate, con cui i ragazzi, sprovvisti di un proprio conto corrente, avrebbero richiesto l’accredito delle somme su quello della associazione sportiva. 


I movimenti di denaro


A seguito di verifiche bancarie è stato riscontrato che i contributi statali erogati prendevano altre strade. Fra l’altro alcuni atleti non avrebbero avuto neppure diritto. Il meccanismo fraudolento ha permesso all’associazione di intascare oltre 250mila euro, gran parte dei quali erano destinati a tutela ed in favore dei collaboratori sportivi associati ma che, di fatto, non sono mai entrati nella loro disponibilità. I militari della Guardia di Finanza sono in prima linea nella lotta agli sprechi di denaro pubblico, con la finalità di consentire un utilizzo trasparente ed efficiente dei finanziamenti nazionali e comunitari e garantire l’effettivo sostegno alle fasce più colpite dalla crisi pandemica.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico