OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
FERMO - Un malore improvviso. Il telefono che squilla e nessuno che risponde. È Ferragosto e, nel Fermano, non ci sono guardie mediche. Ma neppure medici nei Pat, i punti di assistenza territoriale. Gli ex ospedali ri-riconvertiti. L’unica soluzione è il pronto soccorso che, già di suo, non se la passa granché bene. Sono giorni parecchio caldi per la sanità fermana.
Le segnalazioni
Si moltiplicano le segnalazioni di disservizi e conseguenti disagi. Le ultime, in ordine di tempo, arrivano dall’entroterra. Una da Amandola, l’altra da Monte Giberto. Della prima si fa portavoce Riccardo Treggiari, ex sindaco del Comune montano, che la mattina del 15 agosto ha incrociato con l’auto un’altra macchina che stava cercando il pronto soccorso. Treggiari ha accompagnato la vettura al Pat del paese. «Non so se la signora abbia risolto il suo problema.
La cosa certa è che oggi (ieri, ndr) vengo a sapere che nel Pat, se il medico è chiamato a uscire d’urgenza in ambulanza, rimane solamente personale infermieristico. Se così fosse, sarebbe estremamente grave, considerato che in questi giorni, nella zona montana, ci sono molti turisti ed è impensabile che si possa proseguire su questa strada.
Le indicazioni
Nel sito dell’Asur ne sono indicate sette (Sant’Elpidio a Mare, Montegranaro, Santa Vittoria in Matenano, Petritoli, Montegiorgio, Porto San Giorgio e Porto Sant’Elpidio), con relativi numeri di telefono. Nessuna risposta a Petritoli. Idem a Montegiorgio. Così, il figlio ha portato in auto il padre al Pat di Montegiorgio, dove, però, non c’erano medici, ma un infermiere. Che ha fatto qualche controllo all’anziano e gli ha consigliato di andare al pronto soccorso. Nel frattempo, la vicina ha chiamato il centralino dell’ospedale “Murri”.
Le conferme
«Mi hanno confermato che la guardia medica non c’era e che avremmo dovuto chiamare il 118 o andare al pronto soccorso. Mi sembra assurdo. Sono servizi che dovrebbero essere riservati a chi ne ha davvero bisogno», spiega la donna. Il discorso non fa una piega, visto che più volte lo stesso primario del pronto soccorso, Alessandro Valentino, si è lamentato degli accessi impropri e di una certa faciloneria con cui i pazienti si recano nell’unico punto emergenza-urgenza della provincia. Alla fine, l’anziano è arrivato al pronto soccorso. Dato che non era grave, ha aspettato diverse ore prima di essere visitato. Il giorno dopo, la storia si ripete. Il figlio chiama la guardia medica, ma il telefono è ancora muto.
Le considerazioni
«Il 16 non è festivo. Perché non ha risposto nessuno? È inutile mettere i cartelli negli studi dei medici di base con i numeri di telefono, se poi la guardia medica non c’è. Invece, è un presidio fondamentale per un territorio come il nostro, vasto, magari poco popolato rispetto ad altre zone, ma i cui abitanti hanno lo stesso diritto di curarsi», si lamenta la vicina. Per la quale «ormai, bisogna solo sperare di non sentirsi male».
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico