Fine dello stato di emergenza, ad aprile ritorna la tassa sui gazebo e tavolini all’aperto: ecco le reazioni

Fine dello stato di emergenza, ad aprile ritorna la tassa sui gazebo e tavolini all’aperto: ecco le reazioni
FERMO  - Nel Fermano torna la tassa per l’occupazione del suolo pubblico. Da aprile, bar, ristoranti e i locali in genere, per poter mettere all’aperto tavolini,...

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FERMO  - Nel Fermano torna la tassa per l’occupazione del suolo pubblico. Da aprile, bar, ristoranti e i locali in genere, per poter mettere all’aperto tavolini, sedie e gazebo, dovranno ricominciare a pagare. Con la fine dello stato d’emergenza, i Comuni non riceveranno più ristori dal governo per ammortizzare le mancate entrate. E siccome loro, tra rincari e salate bollette, non se la passano granché bene, torneranno a chiedere il balzello.

 

Lo farà Fermo, dove il discorso riguarda soprattutto il centro storico. Piazza del Popolo, piazzale Azzolino e le zone attorno, dove gli esercenti, per far sedere i clienti fuori, dovranno rimettere mano al portafoglio. Tutto come nel 2019, insomma: pregi e difetti del ritorno alla normalità.


La novità è che, da quest’anno, per la prima volta, in piazzale Azzolino potranno essere utilizzati i dehors “leggeri”. In piazza, invece, il Rau (Regolamento dell’arredo urbano) consente solo gli ombrelloni. Da aprile, anche Porto Sant’Elpidio riapplicherà la tassa per l’occupazione del suolo pubblico. «Torniamo al pre-Covid, con tutto quello che ne consegue», spiega l’assessora al Commercio, Patrizia Canzonetta. Che, tradotto, significa che i commercianti riprenderanno a pagare per poter accogliere i clienti all’aperto (0,31 euro al metro quadro) e che cesseranno tutte le deroghe concesse in questi due anni.

Quelle che, in certi casi, erano andate oltre i limiti. Con tavolini e sedie piazzati in punti non proprio adatti, a discapito di decoro e sicurezza. Quello che, dice l’assessora, si cercherà di recuperare. Quanto allo spazio da occupare, ovviamente, saranno i commercianti a decidere, presentando richiesta. E, siccome il Comune ha stabilito che la concessione si può chiedere per tutto l’anno e che l’estate è ormai alle porte, gli effetti della tassa reintrodotta si vedranno dal prossimo. Diversamente, fa sapere Canzonetta, proprio non si poteva fare.


«Con il caro-bollette, un problemone che dobbiamo assolutamente risolvere, non riusciamo a fare niente per aiutare i commercianti. Servirebbero risorse che non abbiamo mai avuto, con un bilancio ingessato come quello di un Comune giovane come il nostro. Perciò, speriamo che lo Stato ci ristori qualcosa. In quel caso, valuteremo le priorità». Negli ultimi anni, nella cittadina costiera si sono moltiplicate le richieste di dehors. «Ne siamo molto orgogliosi – dice Canzonetta – perché significa che sono stati capiti l’importanza e il ritorno di questa forma di investimento».

Niente sgravi neppure per i commercianti di Porto San Giorgio. «Ci troviamo nel loro stesso disagio perché non far pagare l’occupazione del suolo pubblico era un incentivo alle attività, soprattutto a quelle del settore ristorativo, e le minori entrare per il Comune venivano compensate dal governo», spiega Christian De Luna. Il problema – prosegue l’assessore al Commercio sangiorgese – è che, dopo due anni, i ristoratori si sono abituati a non pagare la tassa e adesso «vedono come un aumento quello che è un ritorno a una situazione precedente».

«Li capiamo, ma non possiamo farci niente perché, con le nostre risorse, non riusciamo ad aiutare tutti gli operatori commerciali», aggiunge l’assessore. A Porto San Giorgio, dove avere un dehor costa di media cinquecento euro al mese, il Rau prevede strutture leggere nel paese vecchio, nel borgo marinaro e nelle piazze. Nel resto della cittadina, la fanno da padroni i dehors, «quasi tutti annuali». Anche qui, la decisione dei commercianti di accorciarne o meno la permanenza sarà rimandata a dopo l’estate.

 

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Corriere Adriatico