«Il fascicolo elettronico è dannoso». Sit-in di protesta davanti all'ospedale Murri

«Il fascicolo elettronico è dannoso». Sit-in di protesta davanti all'ospedale Murri
FERMO  - Militanti del Partito Comunista si sono ritrovati davanti l’ospedale Murri di Fermo per volantinare e sensibilizzare la popolazione in merito alla profonda...

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FERMO  - Militanti del Partito Comunista si sono ritrovati davanti l’ospedale Murri di Fermo per volantinare e sensibilizzare la popolazione in merito alla profonda crisi – ormai cronica – in cui versa il Servizio Sanitario Nazionale. La vicenda che ha spinto il PC a manifestare è, questa volta, l’entrata in vigore del fascicolo sanitario elettronico e). Si tratta infatti di un investimento di 1,3 miliardi di euro che servirà a digitalizzare l’intero sistema, il cui vero scopo non dichiarato è il maggior controllo sulla spesa sanitaria, considerata sempre eccessiva dagli amministratori.

 


«Le conseguenze reali e concrete del fascicolo sanitario elettronico saranno invece: la riduzione della fluidità del lavoro per il personale sanitario; gravi responsabilità medico legali (e aumento del costo assicurativo) maggior tempo speso da parte degli operatori in burocrazia a scapito dei pazienti. E tutto questo avviene dopo la più grande crisi pandemica mondiale della storia» affermano gli oppositori. Gli investimenti nella sanità pubblica – come deciso dal DEF – scenderanno al di sotto dei livelli pre-pandemia.

Un taglio netto di 6 miliardi previsto nei prossimi 3 anni, in totale contrasto con i proclami governativi degli ultimi due anni e in concomitanza con l’annuncio dell’incremento delle spese militari al 2% del PIL (+ 13 miliardi di euro). «Il personale sanitario, gli eroi nazionali dell’ultimo biennio, sarà invece ripagato con un ulteriore peggioramento delle condizioni lavorative» come denunciato soltanto pochi giorni fa da Anaao Assomed: soltanto negli ultimi 3 anni il servizio sanitario ha perso quasi 21mila medici specialisti. Perdite dovute in parte al pensionamento, ma anche da condizioni di lavoro sempre peggiori che spingono i lavoratori del settore a cercare impiego nelle strutture private «ma anche nelle cooperative che, come ben sappiamo, qui a Fermo sono l’unica manovalanza del pronto soccorso».


In concreto, il livello attuale delle uscite dei medici (che cercano orari più flessibili, maggiore autonomia professionale, minore burocrazia e un sistema che permetta di dedicare più tempo ai pazienti) è tale da mettere seriamente in pericolo la tenuta del SSN visto che di fronte ad uscite di circa 7.000 medici specialisti ogni anno, l’attuale capacità formativa è intorno a 6.000 neo specialisti, di cui in base a studi Anaao assomed solo il 65% accetterebbe un contratto di lavoro con il SSN. Il Partito Comunista denuncia con forza «questo progressivo declino della sanità universalistica»Costituzione italiana.

 

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Corriere Adriatico