FERMO - False fatture per dimostrare che l’azienda a cui erano stati affidati alcuni lavori all’interno del camping non erano stati eseguiti, comportando alla...
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La magistratura per due volte ha archiviato il caso. Il legale si è opposto ed il giudice ha infine ritenuto vi fossero elementi per il rinvio a giudizio dell’amministratore del villaggio vacanze perché «al fine di non retribuire dei lavori di manutenzione, mediante artifici e raggiri, consistiti nel chiedere ad un altro artigiano l’emissione di fatture di comodo per prestazioni non eseguite, utilizzava detti documenti per avere falsi presupposti necessari ad accusare la ditta di inadempienza contrattuale». «Avevo sottoscritto un contratto col precedente amministratore – spiega il titolare della Romeo – Quando questo è stato sostituito, i rapporti sono stati difficili sin dall’inizio. Per diversi mesi non sono stato pagato. Poi mi sono stati contestati lavori non eseguiti e per dimostrarlo, sono state prodotte 7 fatture pagate per sopperire alle mie inadempienze. Fatture servite a bloccare i decreti ingiuntivi che avevo ottenuto in tribunale per ricevere quanto mi spettava». Si scopre però che 3 di quelle fatture, emesse da un artigiano, sono fittizie. «In una raccomandata – continua il denunciante – l’artigiano veniva invitato a restituire i soldi ricevuti, dato che i lavori non erano mai stati effettuati. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico