Distretto calzaturiero in affanno, un operaio su tre ancora non è tornato al lavoro

Distretto calzaturiero in affanno, un operaio su tre ancora non è tornato al lavoro
FERMO - Un lavoratore su tre del settore moda è in cassa integrazione. Oggi pesano i ritardi nei pagamenti di stipendi e nell’erogazione degli ammortizzatori sociali...

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FERMO - Un lavoratore su tre del settore moda è in cassa integrazione. Oggi pesano i ritardi nei pagamenti di stipendi e nell’erogazione degli ammortizzatori sociali ma a preoccupare i lavoratori è l’incertezza sul proprio futuro. In autunno si conteranno i danni della pandemia: oltre alle foglie quante aziende e posti di lavoro cadranno? Sulla base delle richieste di cassa integrazione per Covid-19 che sono pervenute alle organizzazioni sindacali del Fermano, relativamente ai settori gomma, plastica e soprattutto moda (sia industria che artigianato), attualmente circa un lavoratore su tre sta usufruendo della cassa integrazione, sia a zero ore e sia ad orario di lavoro ridotto.


Secondo le dichiarazioni fornite dagli imprenditori calzaturieri al momento della ripresa dell’attività secondo le quali il 40% della forza lavoro sarebbe effettivamente tornata sul posto di lavoro, trovano dunque conferma con i numeri delle organizzazioni sindacali. «Speriamo che sia una cassa integrazione preventiva e non realmente necessaria» commenta Cristiano Fiori di Femca-Cisl. «In questo momento - prosegue - il lavoratore si trova a dover gestire un problema finanziario immediato senza poter far affidamento sul futuro che resta pieno di incognite. Ad ottobre resterà senza lavoro?». E quale sarebbe il problema finanziario oggi? «C’è anche chi deve ancora incassare qualche stipendio arretrato dall’azienda e sta ricevendo solo in questi giorni la cassa integrazione del mese di marzo». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico