FERMO - "Torno a sollecitare la Regione Marche sul tema generale della difesa del suolo ed in particolare sulle opere idrauliche e sull’attività in capo al...
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"La richiesta era motivata dal fatto che - continua Di Ruscio - in mancanza di una precisa identificazione delle competenze, il contribuente potrebbe trovarsi a pagare due volte lo stesso servizio, sia con la fiscalità generale (es. denuncia dei redditi) che come consorziato con il “contributo di bonifica”. Il discorso è molto sottile e può sfuggire anche ai più competenti e informati. Allora portiamo un caso reale e concreto. Sulla stampa regionale nei giorni scorsi l’assessore all’Ambiente e Protezione civile della Regione Marche annuncia 1,5 milioni di euro per le sistemazioni idrauliche e forestali delle zone montane a favore delle Unioni Montane; cosa buona e giusta. La riflessione spontanea è la seguente: Il Consorzio di Bonifica include anche i territori delle ex Comunità Montane oggi Unioni Montane (basta cambiare nome e si risolvono i problemi!), la Regione Marche interviene, attraverso le Unioni Montane e, con finanziamenti pubblici (fiscalità generale) per opere idrauliche e di difesa del suolo, perché il Consorzio di Bonifica negli stessi territori impone ai proprietari d’immobili il contributo consortile per le stesse opere?".
Di Ruscio, che nei mesi scorsi aveva anche avuto modo di confrontarsi con il presidente regionale del Consorzio di Bonifica (fu un faccia a faccia molto caldo), allora si domanda per l’ennesima volta: "Quali opere sono di competenza del Consorzio di Bonifica e quali della Regione Marche? Mi viene in mente l’edilizia scolastica dove la Provincia ha competenza sulle scuole superiori e il Comune sulle medie, elementari e materne. Supponiamo che togliessimo questa distinzione, cosa accadrebbe? La mia richiesta non è peregrina e ci si ostina a non rispondere! Eppure qualcuno ancora pensa che l’Italia sia la culla del diritto! No, del dritto".
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Corriere Adriatico