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FERMO - Poco è cambiato alla Don Dino Mancini. In teoria, ieri, doveva essere il primo giorno di vaccini solo per i prenotati. In pratica, è andata come la settimana scorsa. Ma con una differenza: che i prenotati, che ieri erano 650, avevano la precedenza e che i non prenotati hanno dovuto aspettare. Anche qualche ora. In fila, come i giorni addietro, quasi tutte persone che dovevano fare la terza dose.
Che avevano provato a prenotare nel sito della Regione e che, visti i tempi d’attesa parecchio lunghi, si sono presentati lo stesso al centro vaccinale. «Mia figlia deve fare il tirocinio in ospedale. Senza vaccino non può farlo e i sei mesi sono già scaduti», spiega una mamma. La ragazza fa sì con la testa. Dice che, con la prenotazione, la prima data utile che ha trovato a Fermo è per il 31 marzo e che il sistema va cambiato. Che è quello che pensano tutti quelli in coda. Tra loro una donna di ottant’anni a cui i sei mesi dalla seconda dose scadevano ieri.
«Non voglio rischiare.
«Siamo qui non tanto per il Green pass, quanto per essere più sicuri e proteggerci. E perché, con un solo medico che vaccina, l’hub di Falerone va a rilento». Il centro nella palestra comunale di Piane sarà aperto stamattina e venerdì pomeriggio. Poi, se ne riparla lunedì prossimo. Qualche giorno fa i carabinieri sono dovuti intervenire per riportare la calma, dopo che i toni tra prenotati e no s’erano alzati per questioni di precedenza. Sabato 8, alla Don Dino Mancini, ci sarà l’open day per i non prenotati. In vista della riapertura delle scuole, il 6 gennaio dalle 8 alle 14 al Fermo Forum e il 7 dalle 8.30 alle 13 a Pian di Contro di Amandola, gli studenti delle elementari e delle medie con sintomi o entrati in contatto con positivi potranno fare il tampone gratis.
Anche i Comuni si organizzano. Quello di Porto San Giorgio ha predisposto uno screening della popolazione scolastica il 5, 7 e 8 gennaio, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19. La gestione è stata affidata alla Croce Azzurra. I tamponi saranno effettuati nella sede della pubblica assistenza, in via Costa, e nella struttura mobile che verrà allestita nel piazzale della scuola Borgo Rosselli. Intanto, al Murri, da ieri chiuso alle visite, i reparti Covid sono al limite. Cinque i ricoverati in Terapia intensiva, 29 quelli in Malattie infettive. In più, ieri c’erano otto pazienti positivi in Pronto soccorso. Se il direttore dell’Av 4, Roberto Grinta, va dritto per la strada di non accorpare i reparti, per preservare i pazienti affetti da altre patologie, una soluzione va, però, trovata. Tornano a ribadirlo i sindacati, preoccupati anche dall’attivazione di altri tre posti no-Covid in Medicina, che portano a «18 i letti di Medicina 1 e a 15 quelli di Medicina 3, senza il personale necessario».
Due i rischi a cui va incontro il Murri, per il segretario della Cisl, Giuseppe Donati «la rivolta di infermieri e oss, ormai stanchi di fare i somari con turni dimezzati in unità di personale», e «l’abbassamento degli standard assistenziali per i malati». Motivo per cui «chiederemo alla Direzione un risarcimento del danno economico provocato agli oss sottratti al reparto di Medicina multidisciplinare e al Dipartimento materno-infantile, per l’esclusione dai turni notturni». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico