Industriali, separazione consensuale fra fermani e ascolani: il 12 novembre si sancirà l'addio dopo 4 anni di contrasti

Separazione consensuale fra i fermani e gli ascolani: il 12 novembre si sancirà l'addio dopo 4 anni di contrasti
FERMO  - L’assemblea di ieri di Uif-Unione Industriali del Fermano ha ribadito quello che l’associazione aveva già deciso da tempo: il recesso dal...

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FERMO  - L’assemblea di ieri di Uif-Unione Industriali del Fermano ha ribadito quello che l’associazione aveva già deciso da tempo: il recesso dal sodalizio di Confindustria Centro Adriatico. Per i vertici di Uif, l’assembla di ieri era poco più di un atto formale. Un atto suggerito dagli uffici di viale dell’Astronomia di Roma da tenersi prima dellassemblea straordinaria di Centro Adriatico, convocata per venerdì prossimo, e nella quale gli imprenditori saranno chiamati a votare lo scioglimento dell’unione tra Ascoli e Fermo. 

 


Per per l’Unione industriali del Fermano l’esito dell’assemblea è stata una riconferma di una volontà già espressa mentre ieri pomeriggio anche l’assemblea di Ascoli ha votato a larga maggioranza la divisione con Fermo. La Uil ha ottemperato anche ad un’altra necessaria pratica formale: votare la ricostituzione di una rappresentanza autonoma territoriale al fine di potersi iscrivere tra le associazioni aderenti al sistema confindustriale, nel caso di scioglimento di Centro Adriatico. Fabrizio Luciani, presidente della Uif, preferisce non rilasciare dichiarazioni. 


Da via Respighi, sede della Uif, traspare un sentimento comune secondo cui la partita più importante sarà quella che si giocherà il 12 novembre. Qui conteranno i numeri (quelli dell’assemblea di ieri di Uif non sono stati comunicati) e i voti degli associati. Sebbene lo statuto di Centro Adriatico, reciti che per lo scioglimento siano necessari i almeno i tre quarti del totale dei voti spettanti a tutti i soci, tale quota è stata ridotta al 60%. Probabilmente per non correre il rischio che i voti favorevoli allo scioglimento siano tanti ma non sufficienti ad arrivare al 75%, creando così una situazione peggiore e più ingestibile di quella attuale. Uno scenario che tutti vogliono evitare. Sulla base del sondaggio effettuato nell’estate scorsa dal comitato reggente di Confindustria Centro Adriatico, guidata da Valentino Fenni, la stragrande maggior parte degli imprenditori ascolani e fermani è favorevole alla scissione. 


Questa volontà è alla base della convocazione dell’assemblea straordinaria. Nel frattempo gli imprenditori hanno cambiato idea e ci hanno ripensato? Improbabile. La difficoltà maggiore starebbe nell’invitare gli imprenditori a votare. Che possa succedere qualcosa da qui a venerdì prossimo capace di scompaginare le carte già pronte per lo scioglimento è difficile da immaginare ma non è da escludere del tutto. Con quale risultato?


L’ambiente che si respira tra la maggior parte degli imprenditori fermani è quello che lo scioglimento è la naturale conseguenza del rapporto che si è creato con Ascoli ed è meglio deciderlo e attuarlo nel più breve tempo possibile per sbloccare lo stand by in cui versa Confindustria Centro Adriatico. Un divorzio consumato dopo quattro anni, con i due amanti che torneranno ognuno nelle proprie sedi a gestire gelosamente il proprio spazio. E non ci sarà niente di più sbagliato del detto che recita “l’erba del vicino è sempre più verde”. Il futuro dei servizi offerti sarà da decifrare e probabilmente qualcuno resterà in comune per non gravare troppo sul bilancio delle due associazioni, con i contributi versati dalle aziende che diminuiscono insieme con i fatturati, decimati dalla pandemia. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico