Fermo, sette giudizi immediati Via al processo su Casabianca

I lotti verdi di Casabianca al centro del caso
FERMO - Casabianca, il giudice Cesare Marziali ha discusso e accordato il rinvio a giudizio per uno degli indagati, il consulente finanziario Mauro Donzelli, e ha accolto la...

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FERMO - Casabianca, il giudice Cesare Marziali ha discusso e accordato il rinvio a giudizio per uno degli indagati, il consulente finanziario Mauro Donzelli, e ha accolto la richiesta di giudizio immediato presentata dagli avvocati degli altri setti imputati: l'ex assessore all'urbanistica del Comune di Fermo Paolo Rossi, il commercialista fermano Pierino Postacchini, il dirigente del settore urbanistica del comune di Fermo Gian Luca Rongoni, l'avvocato del foro di Fermo Maurizio Minnucci, il mediatore sambenedettese Pasquale Ferrari, l'ex consigliere comunale Andrea Morroni e l'ex esponente del Pd Renato Leoni.


Tutti sono accusati di tentata concussione in concorso tra loro, mentre solo per Postacchini e Morroni la procura ipotizza anche la corruzione. Il Gup ha fissato la data per l'apertura del dibattimento per entrambi i procedimenti, che verranno riuniti davanti al collegio penale, a luglio 2016. I difensori tra cui l'avvocato Francesco De Minicis, Igor Giostra, Savino Piattoni, Giuliano Giordani, Michela Boniello, hanno optato per il giudizio immediato, saltando l'udienza preliminare, per accelerare i tempi e permettere al giudice di fissare la data di apertura del processo a breve.

L'indagine condotta personalmente dal procuratore capo Domenica Seccia riguarda l'ipotesi dell'esistenza di uno scambio di favori tra "gentiluomini" per ottenere benefici dalla compravendita delle aree del litorale fermano dove da anni campeggiano le gru. L'accusa principale per tutti e otto gli indagati è di aver tentato di costringere Mario Marchionni, nella qualità di rappresentante della Cosmo Spa, i rappresentanti della Toredil Srl nonché Alessandra e Federica Catasta e la loro madre Giovanna Romanelli, titolari dell'area progetto 40 a cedere le aree di loro proprietà. Si sarebbe trattato, secondo la ricostruzione della Procura, di un affare milionario. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico