Fermo, lotti verdi di Casabianca Chiesta una raffica di assoluzioni

Fermo, lotti verdi di Casabianca Chiesta una raffica di assoluzioni
FERMO -  Si dovrà aspettare il nuovo anno (10 gennaio) per la sentenza del processo sui lotti di Casabianca. L’ultima udienza è stata completamente...

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FERMO -  Si dovrà aspettare il nuovo anno (10 gennaio) per la sentenza del processo sui lotti di Casabianca. L’ultima udienza è stata completamente dedicata alle arringhe difensive degli avvocati, che si sono susseguite dalle 10 di mattina alle 18. Un’udienza fiume in cui tutti i legali hanno demolito il castello accusatorio e chiesto la piena assoluzione dei loro assistiti. Per rimarcare l’innocenza degli imputati a suo tempo gli stessi avvocati difensori, tra cui figurano Francesco De Minicis, Igor Giostra, Savino Piattoni, Giuliano Giordani, Michela Boniello e il prof Piermaria Corso, hanno optato per il giudizio immediato, saltando l’udienza preliminare, per accelerare i tempi e permettere al giudice di fissare la data di apertura del processo a breve avevano rinunciato ad ascoltare tutti i testimoni e concordato all’acquisizione degli atti della Procura, questo per accelerare i tempi di chiusura del processo e arrivare presto alla sentenza.


Una strategia difensiva che ha più le sembianze di una presa di posizione ferma e decisa volta ribadire da parte dei legali l’estraneità ai fatti di nomi illustri della scena politica fermana. Sono infatti indagati l’ex assessore all’urbanistica del Comune di Fermo Paolo Rossi, il commercialista fermano Pierino Postacchini, il dirigente del settore urbanistica del Comune di Fermo Gian Luca Rongoni, l’avvocato del foro di Fermo Maurizio Minnucci, il mediatore sambenedettese Pasquale Ferrari, l’ex consigliere comunale Andrea Morroni e l’ex esponente del Pd Renato Leoni e il consulente finanziario Mauro Donzelli.


Tutti accusati di tentata concussione in concorso tra loro, ad eccezione di Postacchini e Morroni per i quali la procura ha ipotizzato anche il reato di corruzione. L’accusa principale per tutti e otto gli indagati è di aver tentato di costringere Mario Marchionni, nella qualità di rappresentante della Cosmo Spa, i rappresentanti della Toredil Srl nonché le signore Alessandra e Federica Catasta e la loro madre Giovanna Romanelli, titolari dell’area progetto 40 a cedere le aree di loro proprietà.

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Corriere Adriatico