Ha accoltellato a morte la moglie, 88enne ai domiciliari in una Rsa: in Procura attesi i risultati dell'autopsia

Ha accoltellato a morte la moglie, 88enne ai domiciliari in una Rsa: in Procura attesi i risultati dell'autopsia
FERMO - Rimane in regime di arresti domiciliari, che sta scostando in una Rsa del Fermano, Giovanni Petrini, l’88enne accusato di omicidio aggravato ai danni della moglie...

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FERMO - Rimane in regime di arresti domiciliari, che sta scostando in una Rsa del Fermano, Giovanni Petrini, l’88enne accusato di omicidio aggravato ai danni della moglie Giuseppina Traini, accoltellata a morte la sera del 25 febbraio scorso nella sua abitazione di Capodarco. Sono ancora aperte le indagini, anche se gli inquirenti sembrano aver fatto ormai piena chiarezza su un caso che nella dinamica non ha lasciato particolari dubbi agli inquirenti.

 

L’anziano è stato arrestato subito dopo il delitto e trasportato, la sera stessa, all’ospedale Murri di Fermo, dove è rimasto per alcuni giorni. Una volta ristabilito, è stato trasportato in una struttura residenziale della provincia.


Le scelte


Rimangono a suo carico le misure cautelari, mentre la casa che ha fatto da teatro alla tragedia è stata recentemente dissequestrata, una volta terminati tutti gli accertamenti tecnici sulla scena. Sul corpo della Traini è stata effettuata l’autopsia, di cui si attende a stretto giro la relazione del medico legale. Non ci sono comunque dubbi sul fatto che la donna sia morta in seguito alla copiosa emorragia provocata dai fendenti all’addome ed al collo.


Il legale


Ad assistere il presunto omicida, che ha risposto alle domande dei magistrati e fornito la sua versione dei fatti, è l’avvocato Giulio Cola. Quella sera, a chiamare le forze dell’ordine è stato uno dei figli della coppia, che si è presentato a Capodarco, preoccupato perché i genitori non rispondevano alle sue chiamate. Si è trovato di fronte una scena agghiacciante, con la madre ormai esanime ed il signor Petrini in stato confusionale, con dei tagli alle braccia, probabile conseguenza di un gesto autolesionistico. Tutto lascia pensare ad un delitto della disperazione, commesso dal coniuge per le condizioni di salute della moglie, immobilizzata a letto da alcuni mesi, e la difficoltà di accudirla vista l’età avanzata.

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Corriere Adriatico