Fermo, 14 cantonieri non possono lavorare ma prendono lo stipendio

Alcuni cantonieri al lavoro
FERMO - Alzarsi, vestirsi, andare a lavorare e non poterlo fare. È l’assurda situazione in cui si trovano quattordici cantonieri passati ormai da un anno dalle...

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FERMO - Alzarsi, vestirsi, andare a lavorare e non poterlo fare. È l’assurda situazione in cui si trovano quattordici cantonieri passati ormai da un anno dalle dipendenze della Provincia a quelle della Regione. Oltre a togliere all’ente capeggiato da Moria Canigola potere e competenze, la riforma Delrio sta creando non poche difficoltà a molti lavoratori. Se la viabilità è uno dei pochi settori rimasti nelle mani delle Province, lo stesso non si può dire delle cosiddette strade ex Anas, arterie di grandi dimensioni come la Fermo-Porto San Giorgio o quella che collega Fermo a Campiglione. Quelle, e gli operai che ne curano la manutenzione, sono diventati dipendenti della Regione che li ha “girati” all’Anas. Un passaggio per ora solo burocratico, visto che i cantonieri lavorano ancora nel Fermano. O meglio lavoravano, dato che da Ancona qualche giorno fa è arrivata una lettera con la quale li si invita a non utilizzare più i mezzi della Provincia perché, in caso di infortunio, non è ben chiaro chi debba fare cosa. Il che, per gli operai significa limitarsi a osservare i lavori fatti da qualcun altro, continuando a percepire lo stipendio. Un fatto grave, in un momento in cui le strade sono sempre più ridotte a colabrodi, il bisogno di manutenzione è estremo e i dipendenti provinciali arrivano ad appena una decina.


Nelle Marche sono cinquanta i lavoratori che si trovano in questa condizione paradossale. Tutti insieme, un mese fa, hanno partecipato a un incontro in Regione che, se non proprio risolutivo, avrebbe quantomeno dovuto fare luce sul loro futuro. Invece si è concluso con un nulla di fatto. Una situazione, la loro, sollevata proprio il giorno prima dell’incontro ad Ancona: «Non possiamo restare sospesi in eterno. Da un anno, per ferie e malattie dobbiamo rapportarci con la Regione e con un dirigente che non abbiamo neanche mai visto e che si deve occupare di tutte e cinque le province. Siamo dipendenti della Regione, ma nel lavoro quotidiano, utilizziamo mezzi della Provincia. Se qualcuno si dovesse far male, a chi si deve rivolgere?», si chiedevano gli operai. A un mese di distanza la risposta arrivata ha dell’incredibile.

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Corriere Adriatico