Addio alle incompiute, ecco gli step dei lavori per il centro che verrà con interventi entro 5 anni grazie a 20 milioni di finanziamenti

Il panorama di Fermo
FERMO - Cinque anni per dare un volto nuovo al centro storico. Dovranno correre gli uffici del Comune di Fermo per stare dietro ai ritmi del Pnrr. A fine 2021, il Piano nazionale...

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FERMO - Cinque anni per dare un volto nuovo al centro storico. Dovranno correre gli uffici del Comune di Fermo per stare dietro ai ritmi del Pnrr. A fine 2021, il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha consegnato al Comune venti milioni. Un mucchio di soldi che, «in solo bando, la città non aveva mai visto.

Fondi effettivi che devono essere rendicontati entro il 2026», spiega il sindaco Paolo Calcinaro. Il bando in questione è quello della rigenerazione urbana. Fermo ha partecipato con quattro progetti, tutti «senza richieste di integrazione da parte del ministero».

 
Il tema
Per Calcinaro significa che «il tema è stato centrato, perché si attaglia perfettamente alla città». Il cui centro storico – spiega il primo cittadino – «ha visto un arretramento» ed è pieno «di incompiute, ferite che hanno bisogno di essere ricucite». Da qui i progetti. Tre – ex mercato coperto (due) e Fontevecchia (uno) – coi lavori in corso: i primi due finanziati coi fondi dell’Iti Urbano, il secondo con il Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale). I soldi del Pnrr serviranno per completarli.

Nei dettagli è entrata l’assessora ai Lavori pubblici, Ingrid Luciani. Che ha spiegato come i quasi due milioni (1,995) stanziati per l’edifico di piazzale Azzolino serviranno per «completare tutti gli interni e le finiture esterne dell’immobile, con interventi di efficientamento energetico e completamento del piano seminterrato e di una porzione del piano terra» (1,3 milioni) e per «realizzare il nuovo blocco della scala-ascensore, migliorando l’accessibilità, e la terrazza-belvedere» (650mila). Più corposo il contributo per il Fontevecchia.

Per l’ex convento dei domenicani, sotto piazza del Popolo, sono stati stanziati 13,350 milioni, per «migliorare l’adeguamento sismico dell’intero complesso e inserire all’interno una serie di funzioni complementari al museo archeologico: depositi per i nostri beni adesso suddivisi in diverse porzioni». Secondo il progetto, al piano terra saranno anche realizzate botteghe d’artigianato, «uno spazio pubblico con funzioni pubbliche e private». Al piano superiore, ci saranno «spazi didattici-accademici, in collaborazione con le università del territorio». Cioè una scuola di specializzazione per la qualità dell’abitare.


L’area


L’altro progetto riguarda l’ex scuola media Betti, di fianco alla chiesa di San Francesco, inagibile dal terremoto del 2016 e per la quale il Comune aveva ottenuto poco meno di 150mila euro per uno studio di fattibilità propedeutico alla rifunzionalizzazione dell’edificio con funzione culturale e di inclusione sociale. Dal Pnrr arriveranno 4,715 milioni per «il miglioramento sismico dell’intero immobile e una serie di funzioni sviluppate nell’ambito dello Spazio Betti». Il progetto, il cui soggetto attuatore è la cooperativa sociale Nuova Ricerca Agenzia Res, prevede la realizzazione di un ostello della gioventù, di micro-appartamenti e di aree per co-working, conferenze e ristoro. L’obiettivo – ha spiegato Luciani – è «dare nuova propulsione al centro, con una nuova gestione e un nuovo utilizzo degli immobili, a servizio della città e del suo territorio». «Fermo – la chiosa di Calcinaro – è una città che ha bisogno della rigenerazione urbana. Quando abbiamo letto l’elenco dei Comuni ammessi a finanziamento, abbiamo avuto un sobbalzo. È il grande privilegio di essere capoluogo di provincia: portiamo a casa milioni su milioni per questo».

 

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Corriere Adriatico