Fermo, la coop che ospita il nigeriano "Non aveva mai dato problemi prima"

Fermo, la coop che ospita il nigeriano "Non aveva mai dato problemi prima"
FERMO - E' ricoverato in psichiatria, è a disposizione dell’autorità giudiziaria che lo interrogherà nelle prossime ore per conoscere la sua versione. ...

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FERMO - E' ricoverato in psichiatria, è a disposizione dell’autorità giudiziaria che lo interrogherà nelle prossime ore per conoscere la sua versione.








Il nigeriano che ha seminato distruzione e danni ieri a Campiglione di Fermo dovrà rispondere di danneggiamento aggravato e porto abusivo di oggetti atti a offendere. Se le due donne visitate in ospedale dovessero presentare referti medici, gli verrà contestata anche l'aggressione.







"I danneggiamenti effettuati in zona Campiglione sono stati compiuti da un uomo richiedente asilo inserito nel progetto Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati che fa capo al Ministero dell’Interno) gestito dalla Coop. Nuova Ricerca Agenzia Res di Fermo - spiega Alessandro Fulimeni, responsabile del servizio rifugiati della coop - . Come ente attuatore del progetto esprimiamo il nostro profondo dispiacere per quanto accaduto e stiamo praticando tutti i passi necessari per gestire al meglio le problematiche arrecate al quartiere e i relativi danni subiti da quanti sono stati coinvolti.



"Il servizio di accoglienza e tutela che gestiamo - prosegue la nota - assicura figure ed interventi di alta professionalità, con standard di servizi di qualità elevata e un’esperienza collaudata da molti anni di lavoro su questo campo e a tal fine viene predisposta una accoglienza diffusa e decentrata, costituita da piccoli nuclei di utenti ospitati in appartamenti distribuiti in diversi paesi della Provincia.



"All’interno delle nostre attività esiste, come in ogni altro ambito, un imponderabile fattore umano che non sempre può essere sempre previsto, ancora più in persone che hanno storie e esperienze così pesanti come i nostri ospiti, che sono per la maggior parte, vittime di persecuzioni, tortura, tratta. Siamo in presenza, evidentemente, di un improvviso scompenso di tipo psichico in un soggetto che né prima dell’invio al nostro progetto, né durante l’accoglienza, aveva mai manifestato problematiche di disagio mentale, e che, va sottolineato, neanche durante la manifestazione della crisi psicomotoria ha inteso arrecare violenza alle persone avendo bensì come bersaglio oggetti e cose (auto e vetrine).



"Nell’assicurare che faremo ogni sforzo possibile per comprendere i motivi di quanto successo e evitare il ripetersi di situazioni analoghe - termina la nota -, con eguale decisione invitiamo tutti a respingere senza indugi ogni lettura xenofoba e razzista dell’accaduto, tesa ad un accostamento di tipo “etnico” e ad una contrapposizione noi/loro che accrediti la vergognosa equazione straniero=criminale". Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico