I calzaturieri del Fermano a caccia di nuovi clienti con le fiere in arrivo: «Ma bisogna trovare anche gli operai»

I calzaturieri del Fermano a caccia di nuovi clienti con le fiere in arrivo: «Ma bisogna trovare anche gli operai»
FERMO - A Milano per vendere, ma poi a Fermo per affrontare la mancanza di personale. Valentino Fenni, presidente dei calzaturieri fermani di Confindustria, parla di...

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FERMO - A Milano per vendere, ma poi a Fermo per affrontare la mancanza di personale. Valentino Fenni, presidente dei calzaturieri fermani di Confindustria, parla di «ripresa da consolidare al Micam». L’obiettivo numero uno di chi espone all’appuntamento fieristico (a Rho da domani al 22) è prendere ordini.

 

Le aree


«L’Oriente è pronto a ricomprare con continuità, come l’ex Csi, con tanti buyer che si sono pre registrati. E soprattutto il Kazakistan che è sempre più attratto dalle nostre produzioni - segnala Fenni -. Le vendite delle scarpe estive è andata molto bene. Il momento è favorevole, non ho dubbi che durante il Micam ci sarà anche chi continuerà a vendere prodotti destinati alla prossima estate, pur concentrandosi sulla stagione successiva che incide maggiormente sui fatturati» osserva Fenni.

Ma l’auspicato aumento degli ordini e di conseguenza della produzione si scontra con la carenza di manodopera: mancanza di ricambio generazionale acuita dalla presenza delle griffe che fanno da calamita. «La situazione del comparto è ancora gravata dalla mancanza di manodopera: sarebbe davvero un paradosso ricevere ordinativi e trovarsi poi nella condizione di non poterli gestire» fa presente il presidente di Cna Federmoda Fermo Paolo Mattiozzi. Il tema della difficoltà di reperimento di figure professionali continua a tenere banco nel distretto, condizionando l’attività delle imprese, la possibilità di fare investimenti e di crescere. Calo demografico, voglia di istruirsi, abilità manuali svalutate hanno indirizzato i ragazzi verso futuri diversi. «Ci aspetta un importante lavoro per costruire un percorso che introduca i ragazzi al mondo della manifattura sia come dipendenti sia come imprenditori. Tutto questo deve passare da una più stretta correlazione e integrazione tra scuola e lavoro, tra mondo dell’istruzione e della formazione e quello della piccola imprenditoria», ricorda Mattiozzi.

L’imprenditore di Porto Sant’Elpidio è stato di recente in audizione alla Commissione attività produttive della Camera nella quale è stato evidenziato il valore del made in Italy. «Per Cna le filiere produttive manifatturiere dei distretti devono essere esplicitamente dichiarate strategiche per il Paese. Per questo abbiamo sottolineato l’importanza di un impianto di politiche industriali, del lavoro, della formazione, dell’innovazione organiche e che tengano conto sia degli scenari geopolitici che stiamo affrontando, sia dei connotati dei nostri territori produttivi». 


Il tema


Quello della mancanza di personale sarà sicuramente uno degli argomenti più discussi nei padiglioni delle fiere (Micam, Mipel e Lineapelle) che vedono le Marche come prima realtà espositiva, considerando anche le 100 imprese che partecipano a Lineapelle (21-23 febbraio) e le 20 del Mipel (in contemporanea col Micam). Sarà presente anche il presidente della Regione Francesco Acquaroli, insieme con gli assessori, e la sottosegretaria del ministero dell’economia Lucia Albano. «Oltre la produzione di scarpe, siamo il biglietto da visita della bellezza in tutto il mondo» evidenzia Fenni. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico