Fermo, bus in fiamme nel traforo La Procura ora convoca l'autista

L'incendio nel tunnel
FERMO - Verranno ascoltati questa mattina dal procuratore de L’Aquila Roberto Paternesi e Adolfo Virgili, rispettivamente autista e titolare dell’autobus che sabato...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
FERMO - Verranno ascoltati questa mattina dal procuratore de L’Aquila Roberto Paternesi e Adolfo Virgili, rispettivamente autista e titolare dell’autobus che sabato pomeriggio si è incendiato sull’A24, all’interno della galleria del traforo del Gran Sasso. Un’audizione per mettere nero su bianco i loro racconti che finiranno nel fascicolo aperto della Procura per fare piena luce su quanto accaduto. Perché l’autobus si è improvvisamente incendiato? Si poteva evitare?


Per il momento, stando alle dichiarazioni raccolte informalmente già sabato pomeriggio dalla polizia autostradale, sembra che non ci sia davvero nulla da rimproverare né all’autista che ha salvato, grazie alla sua prontezza di riflessi, tutti e 47 i passeggeri facendoli scendere dal bus prima che venisse avvolto dalle fiamme, né al titolare della Sam autolinee di Montegranaro, proprietaria del mezzo, che aveva, nonostante fosse un po’ datato (immatricolato nel 2001), tutto in regola dal punto di vista dei controlli e delle revisioni varie. Insomma, stando a quanto emerso finora l’incendio che ha distrutto l’autobus è stato causato da un guasto che tuttavia non poteva essere intercettato prima. Tanto è vero che, sempre secondo quanto riferito da Virgili e confermato dai passeggeri, il mezzo era stato fermato a Porto Sant’Elpidio un paio di ore prima del rogo dalla polizia stradale che aveva controllato tutto, “aveva persino fatto aprire per vedere il motore”.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico