Fermo, buono per 45 mila euro Il tesoretto fra i dischi del padre

Il buono postale risale al 1976
FERMO - La mamma rovista fra vecchi dischi e spartiti musicali del marito morto e trova un buono postale da 5 milioni di euro emesso il 22 aprile 1976, giorno del battesimo...

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FERMO - La mamma rovista fra vecchi dischi e spartiti musicali del marito morto e trova un buono postale da 5 milioni di euro emesso il 22 aprile 1976, giorno del battesimo della figlia Giovanna. Un vecchio documento che le due donne pensavano non avesse più alcun valore. Ma così non era.


E’ la vicenda raccontata da Giovanna Russo, 40 anni, diplomata in canto e pianoforte, originaria del Cremonese e ormai da circa dieci anni residente nel Fermano, prima a Fermo e poi a Porto Sant’Elpidio, che poi, su consiglio di alcuni amici, per saperne di più sull’effettivo valore di quel buono postale si è rivolta all’associazione Agitalia. Fino alla bella scoperta.

Quel documento le frutterà la bellezza di 45.651,34 euro. Come una bella e inaspettata vincita al Superenalotto. «In effetti - racconta la donna - io e mia madre non ce lo aspettavamo proprio. E’ un bel regalo lasciato da mio papà che nemmeno mia madre ricordava più».

«Francamente non è stato nemmeno necessario - raccontano invece da Agitalia - far stimare da un nostro consulente contabile il titolo in questione perché la stima è stata effettuata direttamente sul sito delle Poste italiane. Per poterlo fare è sufficiente digitare nella schermata delle Poste (si accede digitando su Google “calcola buono postale”) la somma totale, la tipologia del buono (ordinario), la data di emissione (22.4.1976), quella di pagamento/diffida (4.5.2016) e la somma complessiva in lire relativa al titolo in questione (quindi 5 milioni di lire).


«Il nostro ufficio legale ha provveduto alla notifica a mezzo Pec della richiesta di rimborso alle Poste italiane e alla Cassa depositi e prestiti obbligati in solido ad onorare i crediti dei risparmiatori». Secondo gli esperti dell’associazione, entro 60 giorni dalla messa in mora, Poste Italiane dovrà versare la cifra alla donna. Per i buoni postali a termine, infatti, ai trent’anni di naturale decorso, vanno aggiunti i dieci anni di “prescrizione” per chiedere il rimborso.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico