Stampanti 3D e visori, nasce l'incubatore di idee: con Fermo Tech ecco il centro del futuro

Stampanti 3D e visori, nasce l'incubatore di idee: con Fermo Tech ecco il centro del futuro
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FERMO - Scrivanie, computer, stampanti 3D, visori di realtà aumentata. Menti al lavoro e dita che si muovono veloci sui tasti dei portatili. Da oggi, Fermo Tech è realtà. L’incubatore di idee per le aziende ha aperto i battenti al Buc Machinery. Sistemazione temporanea, in attesa dei lavori all’ex mercato coperto, dove il laboratorio di innovazione si trasferirà. Intanto, da qui a fine anno, saranno assunti una decina di ricercatori. Si tratta di un progetto che vale due milioni di euro, di cui 1,1 di fondi europei.

 

 
I protagonisti
Il resto l’hanno messo Comune, Politecnica delle Marche, Università di Camerino e otto imprese: More (capofila), Morphica, Santoni, Vega, Bros Manifatture, Savelli Ascensori, Scatolificio Valtenna, Calzaturificio Elisabet. Del progetto fa parte anche l’Iti “Montani”. L’obiettivo è «formare quaranta nuove figure professionali sulle nuove competenze sviluppate dai processi innovati innescati dal laboratorio» e «aiutare almeno ottanta imprese del Fermano a usufruire delle soluzioni tecnologiche personalizzate messe a punto».


L’orgoglio
Si dice «orgogliosa perché oggi facciamo qualcosa di concreto», l’assessora alle Attività produttive e alle Politiche del lavoro, Annalisa Cerretani. Nel laboratorio in via dell’Università, i ricercatori staranno dal lunedì al venerdì. Ognuna delle otto aziende avrà il suo spazio. Un’area dove sviluppare progetti innovativi per essere più competitive sul mercato. La targa di fianco alla porta d’ingresso l’ha scoperta il sindaco Paolo Calcinaro. «Cominciamo a raccogliere i frutti di quello che abbiamo seminato. La scommessa fatta da Fermo, quando è arrivato il finanziamento dell’Iti Urbano, di non concentrare tutte le risorse su lavori strutturali oggi ci dà ragione», dice e parla di «servizi che saranno molto importanti per il nostro distretto» e di «un percorso che deve portare sviluppo, economia e possibilità per i ragazzi che investono su loro stessi». Le menti del progetto le metteranno le due Università che, «con gentilezza e senza egoismo» hanno fatto squadra. «Non era scontato. Quello del rapporto interistituzionale è un bel messaggio da dare, come quello del partenariato tra pubblico e privato», spiega il rettore della Politecnica delle Marche, Gian Luca Gregori. «Creare un laboratorio che faccia ricerca e si interfacci con le imprese, collaborandoci per permettere di intervenire sulla competizione, è una scelta particolarmente intelligente», aggiunge. «Possiamo creare contenitori, ma, se non li riempiamo di persone che, con la forza del pensiero e delle braccia, elaborano strategie e le mettono in pratica, tutto rimane vuoto», gli fa eco Claudio Pettinari.


Il sistema


Sferza il sistema universitario, il rettore di Camerino. «Per qualche anno – dice ancora –, non abbiamo più formato i nostri giovani alla ricerca industriale. Il sisma ci ha fatto sedere. Per un po’ abbiamo pensato che ce l’avremmo potuta fare comunque, senza studiare in maniera importante. Ma non è così». Col Buc diventano incubatore di idee innovative, i giovani fermani non resteranno senza un posto dove studiare. A settembre saranno, infatti, aperti i locali del palazzo di fronte, finora inutilizzato e che il Comune sta sistemando.

 

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Corriere Adriatico