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FERMO - Scrivanie, computer, stampanti 3D, visori di realtà aumentata. Menti al lavoro e dita che si muovono veloci sui tasti dei portatili. Da oggi, Fermo Tech è realtà. L’incubatore di idee per le aziende ha aperto i battenti al Buc Machinery. Sistemazione temporanea, in attesa dei lavori all’ex mercato coperto, dove il laboratorio di innovazione si trasferirà. Intanto, da qui a fine anno, saranno assunti una decina di ricercatori. Si tratta di un progetto che vale due milioni di euro, di cui 1,1 di fondi europei.
I protagonisti
Il resto l’hanno messo Comune, Politecnica delle Marche, Università di Camerino e otto imprese: More (capofila), Morphica, Santoni, Vega, Bros Manifatture, Savelli Ascensori, Scatolificio Valtenna, Calzaturificio Elisabet. Del progetto fa parte anche l’Iti “Montani”. L’obiettivo è «formare quaranta nuove figure professionali sulle nuove competenze sviluppate dai processi innovati innescati dal laboratorio» e «aiutare almeno ottanta imprese del Fermano a usufruire delle soluzioni tecnologiche personalizzate messe a punto».
L’orgoglio
Si dice «orgogliosa perché oggi facciamo qualcosa di concreto», l’assessora alle Attività produttive e alle Politiche del lavoro, Annalisa Cerretani.
Il sistema
Sferza il sistema universitario, il rettore di Camerino. «Per qualche anno – dice ancora –, non abbiamo più formato i nostri giovani alla ricerca industriale. Il sisma ci ha fatto sedere. Per un po’ abbiamo pensato che ce l’avremmo potuta fare comunque, senza studiare in maniera importante. Ma non è così». Col Buc diventano incubatore di idee innovative, i giovani fermani non resteranno senza un posto dove studiare. A settembre saranno, infatti, aperti i locali del palazzo di fronte, finora inutilizzato e che il Comune sta sistemando.
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Corriere Adriatico