FERMO - Nel 2007 aveva investito in quattro tranches due milioni di euro in bond subordinati di Banca Marche fidandosi di chi, dall’interno dell’istituto di credito,...
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L’imprenditore è riuscito a dimostrare davanti al collegio arbitrale che la profilatura fatta dalla banca per la sottoscrizione dei bond subordinati era sbagliata. Il consulente di Banca Marche che seguiva i suoi investimenti e che si recava anche personalmente in azienda per agevolare l’importante cliente, per la sottoscrizione dei bond aveva profilato l’imprenditore come un investitore esperto in materia finanziaria e gli aveva attribuito addirittura anche un’alta propensione al rischio. Non era in realtà così e per dimostrarlo il protagonista della vicenda, che ha la licenza media, ha prodotto una scheda precedente in cui gli venivano attribuite, effettivamente, tutt’altre caratteristiche. Veniva cioè indicato come investitore con propensione al rischio e conoscenze finanziarie basse. Per di più l’imprenditore ha dimostrato che si faceva seguire dalla sorella, che curava gli investimenti finanziari. Non certo, insomma, una persona spregiudicata e sicura del fatto suo. «Mi avevano detto che si trattava di un titolo sicuro e che non avrei corso rischi e io mi sono fidato», ha raccontato davanti al Collegio. Quando l’Anac ha inviato la documentazione alla banca chiedendo se c’erano controdeduzioni, l’istituito non ha opposto nessuna difesa.
L’uomo aveva chiesto che gli venissero restituiti tutti i due milioni persi ma la Camera arbitrale dell’Autorità anticorruzione ha deciso per la metà (per l’esattezza 972mila euro) ritenendo sì vero che l’uomo non era consapevole dei rischi ma anche che essendo titolare di una grande impresa poteva avere conoscenze per comprendere la portata e quindi l’effettivo rischio degli investimenti che stava effettuando. Sono 122 ad oggi le richieste arrivate da investitori di Banca Marche esaminate dall’Anac, 98 quelle che sono state accolte per un totale di oltre 6,1 milioni di euro riconosciuti ai risparmiatori pari al 52 per cento delle somme richieste. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico