Fermo, autostrada A14, stop al caos in 7 mosse: i viadotti ancora nel mirino

Fermo, autostrada A14, stop al caos in 7 mosse: i viadotti ancora nel mirino
FERMO - Prima il caldo torrido, poi la pioggia battente: quella di ieri è stata un’altra giornata di passione sulle strade del sud delle Marche. Sull'autostrada...

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FERMO - Prima il caldo torrido, poi la pioggia battente: quella di ieri è stata un’altra giornata di passione sulle strade del sud delle Marche. Sull'autostrada A14 il traffico è andato in tilt già di prima mattina. Le code si sono formate nei soliti punti, ormai tristemente noti. Poco dopo, la situazione si è fatta incandescente anche sulla Statale. Un lungo serpentone che procedeva a passa d’uomo, rallentato dai mezzi pesanti in circolazione. Un’agonia quotidiana che ormai non fa più differenza tra il weekend e gli altri giorni. Gli automobilisti non ne possono più di questa situazione che appare esasperante.




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Gli autotrasportatori pure. «Il problema degli ingorghi sulla A14 sta andando avanti da troppo tempo. Stiamo entrando nella terza stagione estiva consecutiva affrontando gli stessi, ormai intollerabili, problemi. Il danno d’immagine ed economico è devastante», lo sfogo del presidente di Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli-Fermo, Renzo Leonori.
 
«Da troppo tempo – rincara il presidente interprovinciale di Confartigianato Trasporti, Emanuele Pepa – chiediamo massima celerità nello svolgimento dei lavori, ma nessuno sembra tenere conto che a risentire di questi ritardi sono lavoratori, imprese e turisti, costretti a fare i conti con lungaggini, pericoli e tempi di percorrenza vergognosi e un pedaggio che ancora oggi deve essere sospeso». Lo stato dell’arte dice che due viadotti sono ancora sotto sequestro (il Vallescura, tra Lido di Fermo e Porto San Giorgio, e il Santa Giuliana, a Massignano). Lì si procede su una solo corsia per verso ed è lì che si creano i tappi. Da una decina di giorni i progetti definitivi sono al Ministero delle infrastrutture che deve validarli prima di spedirli alla Procura di Avellino per la richiesta di dissequestro.
Il quadro
Degli altri tre viadotti, il Campofilone (a Pedaso) è quello in fase più avanzata. Il progetto esecutivo è da più di tre mesi al Mit per l’approvazione. Sugli altri due – il Petronilla (Porto San Giorgio) e San Biagio (Atidona) – sono in corso le indagini strutturali e geognostiche, necessarie per i progetti esecutivi. «Continueremo a fare tutto quanto è di nostra competenza per ottenere dalle istituzioni competenti le autorizzazioni necessarie ad avviare i cantieri. Su alcune tratte – fa sapere il direttore del Tronco di Pescara, Marco Perna – siamo pronti a partire da mesi, abbiamo materiale di cantiere fermo in deposito dal 4 maggio e squadre pronte a operare. Ma serve il via libera ai progetti che abbiamo presentato». Il sud della regione si prepara alla seconda estate da incubo. E non si capacità di come, in quasi un anno, non sia cambiato niente. Colpa dell’onnipresente burocrazia, che dilata i tempi all’inverosimile.
Il numero

Basti pensare che, per sostituire le barriere di ogni viadotto, ci sono sette passaggi da superare. Uno: stesura del progetto definitivo. Due: approvazione del Mit. Tre: istanza di dissequestro provvisorio alla Procura. Quattro: sopralluoghi per la stesura del progetto esecutivo. Cinque: approvazione del Mit. Sei: istanza di dissequestro definitivo alla Procura. Sette: inizio dei lavori. Un iter che chiamarlo arzigogolato è poco. Per salvare il salvabile, Autostrade ha chiesto al ministero di ridurre, per l’estate, l’area di messa in sicurezza dei guardrail, così da allargare le carreggiate. La trattativa è in corso. Nei prossimi giorni se ne dovrebbe sapere di più. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico