Fermo, attentati nelle parrocchie Scatta il blitz: due fermi e sequestri

La bomba a Campiglione
FERMO - Blitz stanotte dei Carabinieri nell'ambito dell'inchiesta sulle bombe nelle chiese di Fermo. I militari dell'arma hanno fermato due persone ed effettuato...

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FERMO - Blitz stanotte dei Carabinieri nell'ambito dell'inchiesta sulle bombe nelle chiese di Fermo. I militari dell'arma hanno fermato due persone ed effettuato alcuni sequestri: sarebbero loro i presunti autori degli atti contro le chiese fermane. I dettagli dell'operazione saranno resi alle 11 nel corso di una conferenza stampa dei carabinieri. 


I fermati sono Martino Paniconi di 44 anni e Marco Bordoni, 30 anni, tutti e due di Fermo. Dopo cinque mesi fatti di assiduo e certosino lavoro, di appostamenti, indagini, analisi e intercettazioni ambientali, la Procura e i carabinieri di Fermo e di Ascoli hanno chiuso il cerchio.

Gli ordigni fatti esplodere negli ultimi mesi davanti ad altrettante chiese di Fermo sono quattro: tra febbraio e marzo due bombe rudimentali sono scoppiate davanti al Duomo e davanti all'ingresso della chiesa di San Tommaso, nel quartiere di Lido Tre Archi. Nella notte tra il 12 e il 13 aprile, un altro ordigno ha danneggiato l'ingresso della chiesa di San Marco alle Paludi, parrocchia retta da mons. Vinicio Albanesi della Comunità di Capodarco. A fine maggio, un ordigno inesploso era stato trovato davanti alla Chiesa di San Gabriele dell'Addolorata. 

L'inchiesta sui quattro episodi è condotta dalla Procura di Fermo. Tra le ipotesi fatte finora, quella di gesti intimidatori nei confronti della chiesa fermana, particolarmente attiva a fianco di poveri, immigrati, disagiati. «Siamo una chiesa che dà fastidio» aveva detto lo stesso don Vinicio in occasione dell'attentato a San Marco. Poi, dopo l'omicidio di Emmanuel, il migrante nigeriano colpito con un pugno dall'ultrà Amedeo Mancini e morto dopo poco, il sacerdote aveva rilevato che dietro gli episodi vi sarebbe lo stesso 'climà: «un contenitore di un magma formato da violenza, aggressività, frustrazione, esibizionismo», non organizzato ma formato da «schegge impazzite in grado di coagularsi all'occorrenza».

In casa di uno dei due arrestati i carabinieri hanno trovato e sequestrato alcuni libri che testimonierebbero questo passaggio e gli orientamenti ideologici dell'indagato. In questo contesto avrebbe maturato la decisione di colpire l'ordine costituito, scegliendo in particolare le chiese. 


Sarebbe stato lui a dare incarico all'altro fermato di confezionare gli ordigni che avrebbero poi materialmente posizionato insieme nei luoghi da colpire. I due fermani, che vivono facendo lavori saltuari, sono stati arrestati per ordine della Procura di Fermo con l'accusa di danneggiamento aggravato e violazione dell'art. 1 della legge in materia di armi, relativamente al confezionamento e al possesso degli ordigni. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico