Fermo, assoluzione e dissequestro, il camping può ripartire: «E' la fine di un incubo»

Fermo, assoluzione e dissequestro, il camping può ripartire: «E' la fine di un incubo»
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FERMO - Assoluzione piena e dissequestro immediato del campeggio. Dopo oltre tre di camera di consiglio e quasi quattro anni di attesa ieri è finalmente arrivata la sentenza del tribunale di Fermo nei confronti del villaggio vacanze camping Verde Mare di Marina Palmense e del suo gestore, il 90enne Felice Chiesa.


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Un dispositivo di poche righe quello pronunciato dal giudice Mila Bondi Ciutti che parla di un’assoluzione piena sotto tutti i punti di vista, «perché il fatto non sussiste», dando ragione alle richieste avanzate dagli avvocati della difesa Savino Piattoni e Francesco De Minicis e scrivendo la parola fine a un processo che, forse, spiega l’avvocato Piattoni poteva essere evitato. Tutto era iniziato nel 2016 quando l’area del campeggio Verde Mare, ben 12 ettari di estensione per una capacità ricettiva di 2490 ospiti giornalieri, era stata posta sotto sequestro dalla Guardia di Finanza per il reato di lottizzazione abusiva.  Una cinquantina le persone arrivate da ogni angolo d’Italia per sostenere ancora una volta Chiesa, molti di loro appartenenti al comitato spontaneo di vacanzieri sorto subito dopo il primo sequestro del Verde Mare. E sono stati proprio loro, dopo la lettura della sentenza, a lanciarsi in un lungo applauso e a correre verso Chiesa per abbracciarlo, mentre lui commosso si abbandonava alle lacrime. «Lacrime di gioia - ha spiegato l’anziano gestore - sono felice e devo dire grazie a loro, mi hanno letteralmente salvato. In questi anni ho passato dei giorni terribili, specialmente dopo il primo sequestro, quando sono stato definito “un fabbricante di abusi”. Ecco la loro vicinanza costante e i loro messaggi mi hanno dato la forza di andare avanti e di essere qui oggi».

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Corriere Adriatico