Acquisto di alcolici online, siamo al boom. Crolla invece il gioco d’azzardo: ecco gli effetti della pandemia

Acquisto di alcolici online, siamo al boom. Crolla invece il gioco d’azzardo: ecco gli effetti della pandemia
FERMO  - Crolla il gioco d’azzardo, s’impenna l’acquisto di alcolici online, cresce l’abuso di psicofarmaci. Sono gli effetti di due anni di pandemia...

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FERMO  - Crolla il gioco d’azzardo, s’impenna l’acquisto di alcolici online, cresce l’abuso di psicofarmaci. Sono gli effetti di due anni di pandemia che pesano sui fermani. Nessuna variazione di rilievo, invece, sul consumo di droghe. «Segno – spiega il direttore del Serd, Giorgio Pannelli – di un’assenza di correlazione tra il Covid e l’utilizzo di sostanze stupefacenti».

 

Almeno per adesso. Perché, per vedere gli effetti sul lungo periodo, ci sarà da aspettare. Ad oggi, l’utenza del centro per le dipendenze patologiche è più o meno quella di due anni fa. Il che, però, non significa per forza che la pandemia non stia scavando nella vita dei più fragili. 


«Abbiamo notato – fa sapere Pannelli – una riduzione di utenza dei giocatori d’azzardo, impossibilitati, durante il lockdown, a trovare un posto dove giocare». «Anche se è aumentato in modo molto importante l’acquisto di bevande alcoliche, soprattutto online – prosegue –, non abbiamo rilevato un incremento di consumo di alcolici. Stesso discorso per le droghe». Che, però, sono cambiate. «Sono aumentati molto i cocainomani. È un dato che asserviamo già da tempo, dovuto al fatto che è crollato il prezzo», spiega il direttore del Serd. Tra trenta e cinquant’anni l’età media dei consumatori. A preoccupare, però, è soprattutto l’eroina, preferita «da persone molto giovani, anche minorenni». Che spesso arrivano al Serd spinti dalle famiglie. «L’eroina – dice Pannelli – è una sostanza che, a un certo punto, non controlli più. La richiesta d’aiuto parte da qui. Noi lavoriamo in equipe: psicologi, educatori e medici. Quando il ragazzo viene preso in carico, sa che qui possiamo aiutarlo a costruire un percorso di uscita».

Difficile, si diceva, capire se il Covid sta influenzando il consumo delle droghe. Perché, al Serd, arrivano persone «con una lunga storia di tossicodipendenza alle spalle» e «solo tra qualche anno, potremo sapere se ci sono dipendenze cominciate in questo periodo. Ma, anche in quel caso, non potremo sapere con certezza se c’entra la pandemia, perché non c’è mai una sola causa». Idem per l’abuso di alcolici. Anche lì, quelli che si decidono a chiedere aiuto bevono da parecchio. Niente a che vedere, quindi, coi ragazzini che alzano troppo il gomito il fine settimana. 


Il “binge drinking”, cioè mettere in corpo un’enorme quantità di alcol in poco tempo, con tutte le conseguenze del caso. Quel che è certo è che, con la pandemia, è aumentato l’uso di psicofarmaci. «Succede – spiega Pannelli – che il disagio nato dal Covid possa portare a un incremento della sofferenza psicologica e far precipitare alcune persone in una situazione che prima non vivevano». I modi in cui si prova ad andare avanti sono diversi. C’è chi si attacca alla bottiglia, chi ingurgita pillole, chi si rifugia in paradisi artificiali. «Problemi in progress», li chiama il direttore del Serd, «dei quali stiamo rendendo conto giorno dopo giorno». 

 

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Corriere Adriatico