«Covid, Alessandro abbandonato a Malta e farmaci per posta aerea». La famiglia diffida ministero degli Esteri e ambasciata

Alessandro Federici
FERMO - Isolato in albergo a Malta, con il Covid. La prima vacanza con gli amici, premio per la maturità appena conseguita, è diventata un incubo per Alessandro...

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FERMO - Isolato in albergo a Malta, con il Covid. La prima vacanza con gli amici, premio per la maturità appena conseguita, è diventata un incubo per Alessandro Federici, 19enne di Porto Sant’Elpidio. Il giovane, arrivato sull’isola con un amico, sabato scorso ha iniziato ad avvertire febbre, tosse e mal di gola. L’indomani, l’amaro verdetto dal tampone: positivo al Covid-19.

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La vacanza termina anzitempo, il soggiorno a Saint Julian, meta di divertimento gettonatissima tra i giovani, continua, ma diventa una reclusione. Nel frattempo l’amico riparte e torna a casa, anche perché avrebbe comunque dovuto isolarsi da Federici che ha contratto il virus. Ieri i genitori del giovane, Gianluca e Marica, hanno affidato all’avvocato Andrea Agostini una lettera di diffida al Ministero degli esteri. 


La diffida
La mamma si è attivata da subito con l’Unità di crisi della Farnesina, l’Ambasciata d’Italia a Malta, il Consolato, chiedendo assistenza medica, ma fino a ieri, nessuno ha visitato il 19enne. «Alla signora sono stati forniti indicazioni e numeri di telefono, ma ad oggi il giovane è solo in una stanza d’albergo, senza che nessuno si sia recato ad accertarsi del suo stato di salute – scrive l’avvocato Agostini – Si aggiunge che il soggiorno prenotato è terminato, ma lui non può lasciare la stanza per obbligo di quarantena e ciò con aggravio di spese». Per queste ragioni è partita la formale diffida al Ministero affinché Alessandro sia visitato e gli sia garantita assistenza logistica fino al rimpatrio. Le condizioni del ragazzo di Porto Sant’Elpidio sembrano sotto controllo, ma questo non basta a tranquillizzare la madre, Marica Marsili. È stata lei a fargli recapitare per via aerea farmaci, termometro e saturimetro, con cui Alessandro si sta curando in autogestione.

 
Gli appelli
Ciò che rammarica la signora è l’assenza di assistenza sanitaria sul posto. «Ho percorso tutte le strade possibili, mi sono rivolta anche ai referenti marchigiani dell’Ordine dei cavalieri di Malta, ho parlato con il Console, vorrei solo che un medico lo visitasse. L’unico che lo ha chiamato è stato quello della compagnia assicuratrice dell’agenzia di viaggi. È un ragazzo intelligente e si sa gestire, ma una situazione del genere metterebbe in difficoltà chiunque. È una malattia infida e imprevedibile, non possiamo star tranquilli. Parliamo di una pandemia mondiale, ci dovrebbero essere misure per garantire assistenza sanitaria a chi si ammala».

Anche altri otto ragazzi marchigiani stanno fronteggiando in questi giorni lo stesso, beffardo destino, ma si trovano in un altro hotel e possono almeno condividere questa brutta esperienza. «Mio figlio si sente con gli altri ragazzi, da quelle parti si vedono medici e mezzi di soccorso, lui è solo e non ha visto ancora nessuno. Mi dicono che a Malta non è previsto che i medici effettuino visite a domicilio. Ci hanno detto di chiamare il 112 se ha bisogno di essere ricoverato. Dovrà stare in quarantena per 14 giorni dalla positività, sperando poi che il tampone sia negativo, altrimenti l’isolamento si prolungherebbe di due settimane. Vediamo cosa accade nei prossimi giorni, stiamo valutando se partire per raggiungerlo».

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Corriere Adriatico