Fermo, stretta Covid sulle discoteche: gli operatori della notte in rivolta

Fermo, stretta Covid sulle discoteche: gli operatori della notte in rivolta
FERMO - Come nel film Footloose. Vietato ballare, e il popolo della notte insorge. Sembra di essere nel piccolo centro rurale del Bomont dove la danza e la musica rock sono...

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FERMO - Come nel film Footloose. Vietato ballare, e il popolo della notte insorge. Sembra di essere nel piccolo centro rurale del Bomont dove la danza e la musica rock sono proibite dal governo locale. Solo che in questo caso parliamo di un film, ispirato certo a fatti accaduti in un lontano passato in Oklahoma, ma chi poteva immaginare che certi accadimenti potessero arrivare da noi nei giorni nostri? Si preparano alle barricate gli addetti al settore, dj, ballerini, imprenditori dei locali all’aperto che rischiano di fallire, di chiudere per sempre i locali e non ci sono solo loro a dannarsi, ci sono turisti e residenti. 


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Una di queste, una ragazza che abita vicino all’Holiday Family Village a Porto Sant’Elpidio confida «tutte le estati mi mettevo in giardino a godermi la bella musica che proveniva dal villaggio fino a mezzanotte e mezza, l’una di notte, adesso è spettrale, non sento un rumore, siamo tornati al lockdown».
 
Marco Amadio, referente del sindacato dei locali da ballo, dice «stiamo vedendo il da farsi ma non ci sono i presupposti per muovere una class action, abbiamo fatto il ricorso al Tar contro le chiusure dei locali all’aperto che fanno musica e fanno ballare e quel ricorso purtroppo è stato bocciato. È il caos. La mia rabbia è dovuta in particolare al fatto che hanno fatto chiudere i locali da ballo che hanno licenza e permesso ma si permettono assembramenti nelle strade, in centro, sul lungomare, nei locali che non hanno licenza di pubblico spettacolo, e i bar diventano a tutti gli effetti locali d’intrattenimento, e usano spazi pubblici non loro, suolo pubblico gratuitamente. Quell’assembramento è regolare, quello in discoteca no». 

Chissà quanti mila posti di lavoro andranno persi con questa storia. «Dà fastidio anche il silenzio dell’amministrazione – continua Amadio, di Porto Sant’Elpidio – plaudo al sindaco di Civitanova (Fabrizio Ciarapica) che si è espresso pro-locali, ha detto che questa decisione del governo è assurda e dittatoriale. È clamoroso quello che è successo. Dà fastidio che la nostra amministrazione non si faccia sentire verso le attività colpite. Porto Sant’Elpidio ne ha due/tre di attività con licenza per il ballo. Capisco che il sindaco avrà cose più importanti da fare e non mi aspettavo la sua chiamata d’incoraggiamento ma un assessore al turismo e al commercio poteva chiamare almeno per dire “mi dispiace per l’accaduto” e invece niente. Che dobbiamo passare da delinquenti o da portatori del virus no, non ci sto. Sono altri quelli che portano il virus» la chiosa.


Il problema è dannatamente serio. Il governo spegne la musica in piena estate e le disco restano off-limits seppure non risultino contagi registrati nei locali da ballo e i focolai siano esplosi altrove. Tutto ciò mentre la gente si accalca dove può, i giovani nei locali che restano aperti: bar, pizzerie, piadinerie eccetera. I meno giovani si concentrano in pineta, nei circoli dove si gioca a bocce, le donne nei mercatini con i prodotti in vendita a un euro. Insomma, la gente si accalca, e il virus è sotto controllo. «Non si diceva che bisognava convincerci? E come si spiegano le chiusure alla movida quando a prendere un treno, in questi giorni di vacanza,- dicono alcuni operatori - si deve stare distanziati tra in sedile all’altro ma, per chi attraversa l’Italia da nord a sud e viceversa, si trova schiacciato tra la folla dentro la locomotiva .Assurdità con le quali è difficile fare i conti, perché non riportano mai». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico