Fermo, una settimana in classe e quella dopo a casa: la scuola riparte a metà

Fermo, una settimana in classe e quella dopo a casa: la scuola riparte a metà
FERMO - Alla fine sarà metà e metà. Una settimana a scuola e quella dopo a casa. I dettagli sono ancora da definire, ma la linea è tracciata. Almeno...

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FERMO - Alla fine sarà metà e metà. Una settimana a scuola e quella dopo a casa. I dettagli sono ancora da definire, ma la linea è tracciata. Almeno per le scuole superiori. Impossibile fare diversamente e battere in lungo e in largo la provincia con i posti degli autobus dimezzati.




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Tra venti giorni, in classe tornerà solo una parte degli studenti. L’altra farà lezione da casa. La settimana dopo, il contrario. I primi, invece, saranno tutti in aula. Per loro, previste lezioni in presenza per l’intero anno. «Stiamo facendo il possibile per accogliere tutti gli studenti fin dal primo giorno, ma potrebbero esserci criticità con i trasporti. Se così fosse, dovremo fare ricorso alla rotazione tra le classi, per alleggerirli», fa sapere Roberto Vespasiani, preside dell’Iiss “Urbani”, con plessi a Porto Sant’Elpidio, Sant’Elpidio a Mare e Montegiorgio. 
 
L’alternanza
L’idea è di alternare le classi, in modo che gli studenti che prendono l’autobus per andare e tornare da scuola siano più o meno la metà del totale, come previsto dalle regole anti-Covid. «Potrebbero nascere delle difficoltà – spiega il dirigente –, un aspetto psicologico di cui non si può avere misura, come il fatto che i genitori potrebbero pensare a soluzioni alternative, imponderabili finché non vedremo arrivare i ragazzi». «Le prime e le seconde – prosegue – puntiamo a farle venire sempre a scuola. Ci potrebbero essere situazioni di aule non abbastanza spaziose, ma, con la conferma della Provincia, dovrebbe esserci uno sdoppiamento e un aumento di organico». A Fermo, i problemi riguardano il Liceo classico “Caro” e lo scientifico “Calzecchi Onesti”. Il primo, con una parte di scuola ancora inagibile, ha ricavato un paio di aule razionalizzando gli spazi. Il secondo deve fare i conti con i lavori che sono in corso per l’adeguamento sismico. L’Iti “Montani” paga lo scotto del triennio chiuso e delle sezioni sparpagliate in più plessi. Le lezioni metà a scuola e metà a casa aiuteranno sul fronte spazi, ma c’è chi grida allo scandalo (anche diversi professori), preoccupato che a risentirne sarà l’insegnamento. La quadra del cerchio sembra ancora lontana e i nodi da sciogliere diversi. C’è il trasporto da riorganizzare. C’è da capire se e come si potranno usare le mense. E c’è l’incognita dei banchi monoposto. La maggior parte delle scuole s’è attrezzata. C’è solo da sperare che vadano bene al ministero. Per le mense, l’orientamento è di far mangiare in classe elementari e medie, mentre le materne dovrebbero usare gli spazi comuni. Gli Isc della provincia sono al lavoro. Una corsa contro il tempo e ad ostacoli. 
Falerone sorride

Tira un sospiro di sollievo Falerone. Il nuovo polo scolastico, che per adesso ospiterà le medie, sarà pronto per il 14 settembre. Sarà la prima scuola del dopo-sisma, costruita ex novo, a essere inaugurata nel Fermano. «Ho chiesto la consegna per il 29 agosto, in modo che il 31 potremo sistemare gli arredi. Per l’inizio della scuola sarà sicuramente accessibile», fa sapere il sindaco Armando Altini. Il plesso è stato finanziato con i fondi della ricostruzione (3,3 milioni, scesi a 2,9 con il ribasso d’asta), insieme a quello di Fermo, la cui apertura slitterà, invece, di qualche settimana. Un’ottima notizia per il Comune della media Valtenna, che altrimenti se la sarebbe vista davvero brutta. Da dopo il terremoto, la scuola media è inagibile. Per quattro anni, un centinaio di ragazzi sono stati ospiti delle elementari di Piane, che includono anche la materna. Si sono stretti come meglio hanno potuto, ma con le regole anti-contagio sarebbe stato impossibile riaprire. Con il trasloco delle medie, le cose andranno meglio, anche se qualche problema resta. «Abbiamo chiesto lo sdoppiamento di una classe alle elementari e di due classi alle medie, ma a preoccuparci sono soprattutto i trasporti. Se le maglie non si allenteranno, sarà un problema insormontabile», dice Altini. Sono intanto cominciati i test sierologici al personale scolastico. In tutto, un migliaio di persone tra insegnanti e Ata. A occuparsene sono i medici di famiglia che hanno dato disponibilità (il 60 per cento) e che hanno ricevuto dall’Area Vasta 4 kit e dispositivi di protezione individuale, e i punti prelievo di Fermo e Montegiorgio (il restante 40 per cento). Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico