Fermo, nuovi medici e strumenti: piano da 4,5 milioni per l'ospedale Murri post Covid

Fermo, nuovi medici e strumenti: piano da 4,5 milioni per l'ospedale Murri post Covid
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FERMO - Quattro milioni e mezzo per potenziare la sanità fermana. La proposta, ambiziosa e non è dato sapere quanto praticabile, è del Pd cittadino. La Regione è chiamata a investire pesantemente sul territorio per ridare dignità a un sistema di cura che, nel post-Covid, sta mostrando tutta la sua fragilità.




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Quattro milioni e mezzo, si diceva, ugualmente ripartiti tra assunzioni di medici, infermieri e oss, nuove attrezzature (fra cui un ecografo, un ecodoppler vascolare e sistemi di televisita e teleconsulto) e interventi migliorativi all'ospedale Murri e all’Inrca. Il documento a firma Pd è stato condiviso con l’assessore regionale Fabrizio Cesetti che – fa sapere la segreteria cittadina dei dem – l’ha sottoposto all’attenzione del presidente Luca Ceriscioli.
 
Il momento
«Dopo l’emergenza Covid – spiega il segretario comunale pro tempore Paolo Nicolai –, il Fermano avrà bisogno di una riorganizzazione che non metta in difficoltà un sistema già di per sé interessato da anni di politiche di efficientamento. Su tali presupposti siamo a ragionare con determinazione su ulteriori investimenti che si andrebbero a sommare a quelli che già, prima del Covid, furono delineati». Calendario alla mano, il piano del Pd prevede il ritorno della Geriatria al Murri da attuare nell’arco di un anno, il trasferimento della Diabetologia all’Inrca, sempre entro un anno, e la riattivazione della lungodegenza e l’istituzione di un nucleo di cure palliative all’interno delle Cure intermedie dell’istituto geriatrico, in sei mesi. Previsti anche una serie di altri interventi che, stando al piano, richiederebbero tempi più rapidi, come l’istituzione di un punto prelievi all’Irca e di un centro di demenza senile a Montegranaro.
L’obiettivo

Nel cronoprogramma anche tre mesi per migliorare Reumatologia, Riabilitazione e recupero funzionale e per l’acquisto di una Tac destinata all’Inrca. Un mese, invece, per rafforzare Cardiologia, Riabilitazione cardiologica, Dermatologia e Ortogeriatria. «La politica – aggiunge Nicolai – deve reagire per creare un nuovo modello di sanità territoriale che persegua obiettivi imprescindibili». Questi i principali: accorciare i tempi di attesa, creare una rete territoriale per trovare spazi per le degenze, decentrando nelle strutture territoriali le attività a basso livello assistenziale, mettere a norma spazi e superfici per fini sanitari, realizzare investimenti tecnologici e strumentali, assumere personale «al fine di rendere efficiente la risposta sanitaria con la visione della presa in carico complessiva». «Per perseguire tali obbiettivi – chiosa il segretario del Pd cittadino – c’è bisogno di una strategia ben condivisa e cioè di un fattivo coordinamento delle attività Asur-Inrca attraverso l’integrazione dei percorsi assistenziali e di cura e l’unificazione della gestione in capo all’Area vasta 4, con la possibilità di investimenti in personale sanitario e tecnologie d’avanguardia, oltre all’esecuzione di opere manutentive, percorsi di autorizzazione e accreditamento e garanzia della governance clinica del sistema». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico