FERMO A vederla, non si direbbe proprio che tra una settimana si potrà tornare a prendere il sole in spiaggia. La lunga lingua di sabbia, che agli estremi si fa sassosa,...
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Ce n’è per tutti i gusti. Dalla mascherina obbligatoria per spostarsi quando si lascia l’ombrellone, alle domande per capire se padre, madre e figli sono davvero una famiglia con tutto quello che succede in spiaggia», dice Andrea Bazzani dello chalet Amorino, a Porto San Giorgio. Per far capire quello che stanno passando i balneari in questi giorni, il ragazzo fa qualche esempio. Prendiamo le mascherine. Arrivati all’ombrellone, si possono togliere. Ma, per spostarsi, bisogna portarsele dietro. Funziona come quando si esce di casa: non sono obbligatorie, ma se incontri qualcuno e non puoi mantenere la distanza, devi indossarla.
Il nodo mascherina
«Quindi – ragiona il balneare –, chi vuole fare il bagno dovrebbe portarla con sé, visto che, fino a riva, potrebbe servigli. Ma in acqua come fa?». Altro esempio: i giochi per bambini. Già sarà dura tenerli a bada sotto l’ombrellone, figurarsi su scivoli e tappeti elastici che, tra l’altro, andranno puliti dopo ogni uso. Troppo complicato. Lo chalet li terrà chiusi. «Per noi – spiega l’operatore – è un nuovo anno zero. Ce la metteremo tutta. Speriamo che i clienti ci vengano incontro rispettando le regole». Ragionamenti simili allo chalet Coculla Beach. «Ripartire sarà complicato – dice il titolare Stefano Crisanti –, tra normative, dispositivi di sicurezza e le paure della gente, le incognite sono tante». Il balneare racconta di famigliole intimorite che aspetteranno fino all’ultimo per decidere se e dove andare in vacanza. Prova a vedere il bicchiere mezzo pieno Renata Buleddu dello chalet Barracuda. Venerdì, come buona parte dei colleghi del litorale sangiorgese, riaprirà i battenti. Al momento, i suoi sono gli unici ombrelloni issati sulla sabbia livellata di fresco. Una macchia di colore in mezzo a una distesa candida. «Servono ottimismo e positività», dice l’operatrice che, per stare sicura, ha lasciato tra un ombrellone e l’altro dodici metri quadrati (la normativa regionale parla di 10,5, ndr).
Le prenotazioni
Tra tanti dubbi, a rincuorare la balneare sono le prenotazioni: per ora, oltre agli stagionali, due famiglie inglesi e diverse da Milano e Bologna, che aspettano solo la riapertura dei confini per godersi un po’ di mare nostrano. Una manciata di chilometri più a nord, anche lo chalet Tira e molla si prepara a riaprire. «Per i nostri standard – spiega Stefano Clementi, titolare dello stabilimento di Lido di Fermo –, non possiamo dire che le misure per la spiaggia sono restrittive. I problemi saranno per la ristorazione. Le distanze tra i tavolini e i vari dispositivi di sicurezza renderanno tutto complicato». Il campo da beach volley, il balneare ha deciso di farlo preparare. «Sono convinto – dice – che, alla fine, potremo farlo utilizzare». Buone notizie – fa sapere – sul fronte prenotazioni: «tra stagionali e richieste, addirittura qualcuno in più dell’anno scorso. Evidentemente, c’è voglia di mare». Capitolo spiagge libere, dove valgono le regole di quelle private. Per i controlli, ogni Comune farà da sé. Porto San Giorgio, che ne ha meno di quelle che dovrebbe, non potrà contare sugli operatori privati che, allargandosi, avrebbero potuto buttare un occhio anche sui bagnanti “oltre confine”. Il Comune metterà del personale a controllare gli ingressi e che le regole vengano rispettate. «La libertà di andare in spiaggia sarà garantita – spiega il sindaco Nicola Loira –, ma non sarà assolutamente possibile comportarsi come negli anni passati». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico